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KrioRus, la fabbrica degli immortali di Putin. "Crioconservazione cancella confine tra la vita e la morte"

di Mariano Paolozzi sabato 29 luglio 2017
3' di lettura

Si può sconfiggere la morte? È possibile ritornare in vita? Forse, lo dirà il tempo. Ma di sicuro, si può posticipare la partita. La risposta ce la dà la crioconservazione, una pratica sempre più diffusa negli Stati Uniti, ma che è approdata anche in Russia. In particolare alla KrioRus, azienda con sede a Sergiev Psad, a settanta chilometri da Mosca. L'azienda, si apprende da La Repubblica, non somiglia al giardino dell'Eden, ma è un capannone con tre silos, chiamati dewar, all'interno dei quali ci sono i corpi o i cervelli di 54 persone e vari animali, preservati nell'azoto liquido. Immersi a meno 196 gradi, la speranza è quella di essere riportati in vita in futuro. Sembra un romanzo di Asimov, ma è realtà.  "Secoli fa non esisteva la rianimazione. A poco a poco la medicina ha permesso di spostare il confine tra la vita e la morte. La crionica lo cancella del tutto", a parlare è Ivan Stepin, 23enne vicedirettore dell'azienda, che spiega metodo e vision della crioconservazione. L'obiettivo non è vincere la morta, ma regalare una grossa quantità di tempo nell'attesa che i progressi della scienza trovino un modo per sconfiggerla. Anzi, per curarla, infatti non si parla tecnicamente di corpi, ma di pazienti. Dopo la morte clinica, il corpo viene raffreddato e poi si passa allo step successivo: il sangue, attraverso una procedura di perfusione, viene sostituto con una sostanza, il crioprotettore, che permette di congelare il corpo senza che si formino cristalli di ghiaccio. Il corpo è preservato, i tessuti non si danneggiano. Poi si finisce nel dewar.  Le polemiche attorno a questa tecnica sono innumerevoli e da tutti i fronti. Oltre alla critica da parte delle religioni, facilmente intuibile, è arrivata anche quella degli scienziati. "Promette tutto, non dà niente, se non la speranza" ha commentato, ad esempio, lo storico della scienza Michael Shermer. Ma l'idea, la filosofia alla base della crioconservazione è un'altra. È un piano B, nell'attesa che si trovi il modo di curare la morte. "Tra trenta o sessant' anni potremo essere svegliati e diventare immortali. La crionica è solo un punto di partenza, ti permette di aspettare questo momento" spiega la direttrice generale di KrioRus, Valerija Pride. Lei crede che la psiche umana risieda nel cervello e la morte è solo un sonno da cui essere svegliati. Alla Pride non la preoccupano le critiche degli altri scienziati, né quelli della Chiesa: "Gesù ha resuscitato Lazzaro. La crionica è una scienza cristiana. Si spendono tanti soldi in funerali per "buttare" i morti e invece si potrebbero conservare e dare loro la possibilità di rinascere".  Robert Nelson nel '67 crioconservava il primo uomo, oggi 152 persone sono preservate ad Alcor, Arizona, e 138 a Detroit, mentre più di 1000 persone hanno "prenotato" la conservazione. Fra loro, ad esempio, Peter Thiel, il fondatore di PayPal. Mediamente, negli Usa questa pratica costa 200mila dollari. In Russia invece solo 36mila. La differenza è che i dewar possono arrivare a contenere fino a 12 corpi, mentre in america sono individuali. C'è la possibilità, per cifre inferiori, di conservare anche altre parti del corpo come il cervello o anche solo un campione di Dna. 

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