«Io non sono preoccupato, so che non ci sarà nessun sorpasso del Movimento 5 Stelle, anzi il sorpasso lo faremo noi, visto che alle Politiche erano loro il primo partito. Poi è chiaro che mi piacerebbe vedere il numero 3 davanti alla percentuale del risultato del Partito democratico, io sono fatto così, non mi accontento mai. Però l’importante è vincere, perchè se vinciamo noi diamo stabilità al Paese, che è proprio ciò che serve per far ripartire l’Italia». Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un colloquio con il Corriere della Sera spiega anche che è scattata l’operazione Argo, che prende il nome dalla pellicola diretta e interpretata da Ben Affleck, ovvero mandare al Sud e in Sicilia «tre ministri che fanno presa: Maria Elena Boschi, Giuliano Poletti, titolare del dicastero del Lavoro, e Graziano Delrio che si occupa dei Fondi europei». Quanto al premier «mi sto sbattendo come un pazzo, mi stanco, ma mi diverto e sono convinto che ne usciremo bene». L’obiettivo della missione è quella di riportare a votare gli indecisi, sul modello delle campagne elettorali americane. Quanto a Grillo, ospite l’altra sera di Bruno Vespa a Porta a Porta «Secondo me - spiega il premier - non ha preso voti nè li ha persi. Magari chi ha visto solo uno spezzone di quella trasmissione può averlo trovato convincente, ma tutto sommato la sua è stata una prestazione senza infamia e senza lode». L’obiettivo resta quello di una campagna elettorale alla larga dagli insulti e dalle provocazioni. «Per noi - ripete Renzi - è importante non essere inglobati nel solito copione dello scontro all’ultimo sangue, anche perchè così la gente non capisce quello che succede e non si riesce nemmeno a far comprendere quello che sta facendo il governo». «In questa campagna elettorale ho potuto toccare con mano che c’è grande attenzione per questo governo. E c’è molta speranza per quello che potrà fare», pur nella consapevolezza «che le piazze non equivalgono ai voti, ma rivedo la gente che si interessa, il partito che si muove, i dirigenti del Pd che si danno da fare. Sento una nuova vitalità intorno a me». Quanto alle voci di possibili elezioni dopo le europee il premier le bolla come «Stupidaggini, noi abbiamo sempre detto che auspichiamo la stabilità. C’è la possibilità reale di portare fino in fondo le riforme e non è più il tempo di scherzare: abbiamo sempre detto che siamo qui per cambiare il Paese e che il governo si afferma con i fatti. E io ci sto provando». Eppure in questi giorni alcuni esponenti del Partito Democratico a lui più vicini non escludono lo scioglimento anticipato della legislatura nel caso in cui le riforme non vadano in porto.