Secondo l’Auditel a vedere Beppe Grillo l’altra sera da Vespa sono stati in media 4,3 milioni di italiani, per uno share di poco inferiore al 27 per cento. Se si considera che in genere, a quell’ora, a seguire Porta a Porta sono circa un milione di persone, quello del leader a Cinque stelle (e del conduttore Rai) è stato un autentico successo. Ma oltre ai dati di ascolto, a testimoniare la buona riuscita dell’operazione sono i commenti di telespettatori e telecritici. Chi si aspettava un Grillo travolgente, stile comizio in piazza, o anche solo un leader arrabbiato tipo quello che ci toccò di vedere in diretta streaming a colloquio con Renzi, è rimasto deluso. Grillo è stato pungente, ironico, un po’ strabordante, ma non ha rotto gli argini. Entrato nella parte, alla fine l’ex comico ha anche battuto il «cinque» e fatto il «selfie» (cioè l’autoscatto da mettere in rete) a Vespa, come una star del piccolo schermo che ha recitato bene la sua parte. E in effetti il leader dei pentastellati ha impersonato magnificamente il suo ruolo. Capito che non era in una piazza arrabbiata, piena di gente venuta lì per sentirlo urlare contro la Casta, ma in un salotto tv per parlare a gente seduta tranquilla nel salotto di casa, Grillo ha smorzato i toni cercando di apparire «uno che non farebbe male a una mosca, e dunque nemmeno a un Vespa», come ha chiosato Marco Travaglio. E però, anche se ha levigato le parole, badando bene di renderle meno graffianti, l’uomo ha detto alcune cose che all’elettorato moderato dovrebbero far rizzare le antenne. Prima questione, il processo alla classe dirigente di questo Paese. Che gli italiani siano vittime degli errori (e a volte delle ruberie) di una classe politica è fuori di dubbio. Clicca e leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro in pdf