Dalla Grande bellezza alla Grande noia. Da quando Silvio Berlusconi è fuori gioco (non per sua volontà), Zio Michele è sempre più in difficoltà, tra puntate in crisi di share, monologhi-supercazzola e ospiti che vorrebbero bidonarlo all'ultimo momento. E così Servizio Pubblico si attacca all'Oscar. Quello di Paolo Sorrentino, conquistato a Hollywood. E naturalmente, per dar brio alla puntata, Santoro inizia la sua copertina con riferimento polemico (ça va sans dire) proprio a Berlusconi: "E' lui che l'ha prodotto (con Medusa, ndr), è lui che l'ha riempito di pubblicità, è lui che l'ha messo in onda al momento opportuno (su Canale 5 martedì sera, facendo il pieno: gravissima colpa, evidentemente, ndr)". Il Teletribuno sfotte anche Mario Monti: "Con la sua austerity ha fatto in modo che il più capace abbia vinto l'Oscar, perché non servono soldi e aiuti alla cultura". Da Sorrentino a Renzi - Non si capisce bene dove Santoro voglia andare a parare. "Negli Anni 50 Giulio Andreotti sparava a zero sui neorealisti perché gettavano discredito sull'Italia all'estero". Il succo è che anche di questi tempi ci si sarebbe stancati di chi spara sull'Italia. E via di citazione di Raffaella Carrà e del suo tormentone, nella colonna sonora de La grande bellezza. "A far l'amore comincia tu, siamo tutti un po' Andreotti - assicura Santoro -. E quando Sorrentino ha dedicato l'Oscar a Martin Scorsese molti qua avranno detto: Scorsese chi?. Santoro versione Carrà - Dimentichiamoci gli anni zero e le tristezze". Insomma, la tesi santoriana è che l'Oscar al cinema italiano incorona un periodo di ebbrezza immotivata il cui simbolo è Matteo Renzi: "Anche lui l'Oscar l'ha già vinto. Ah ah ah ah - azzarda un Santoro in versione Carrà -, la legge elettorale alla Camera, Ah ah ah ah la riforma del Senato, A far l'amore comincia tu". "La politica è tutto un sogno, un'avventura, una speranza, una scommessa - conclude un amareggiato Santoro -. E quando si comincia seriamente a fare l'amore, Matteo? Bla bla bla bla, a far l'amore comincia tu". Che Zio Michele, senza il Cav, sia in crisi d'astinenza?