Coca Cola, il bicchiere speciale per gustare la bibita

di Andrea Tempestinidomenica 9 marzo 2014
Coca Cola, il bicchiere speciale per gustare la bibita
3' di lettura

Per circa 90 anni la Coca Cola ha mantenuto il segreto: non una parola è mai trapelata sulla ricetta che qualsiasi altra azienda del settore avrebbe voluto conoscere. Addirittura, il colosso di Atlanta ha recentemente adottato una politica che impone a due soli dei suoi funzionari aziendali, quelli cui è dato conoscere nel dettaglio la ricetta della bevanda analcolica più amata nel mondo, di volare sullo stesso aereo... Non si sa mai che cadendo portino con sé il segreto della formula inventata decine di anni fa da John Pemberton. Nonostante però il mistero della composizione tanto straordinaria della Coca Cola sia irrisolvibile, le sue sfumature, le «nuances» come si dovrebbe dire in gergo tecnico, possono essere assaporate da chiunque, specie da oggi. Forte di un’insolita collaborazione con la Riedel, l’azienda austriaca nota in tutto il mondo per i suoi meravigliosi bicchieri di cristallo, la società americana ha lanciato sul mercato ad un prezzo abbordabilissimo (circa 20 dollari, 15 euro, per un solo pezzo, 30 per due) un nuovo bicchiere, tramite di un’esperienza unica; perché il fatto che siano segreti non significa che i sapori della Coca Cola, i suoi diversi profumi, non meritino di essere assaporati a dovere. Con un design unico quindi, studiato appositamente da una squadra di esperti della Riedel (per la prima volta nella storia dell’azienda alle prese con un progetto che riguarda un analcolico), il nuovissimo bicchiere permette attraverso curve vagamente simili a quelle dell’iconica bottiglietta «Contour» (brevettata nel lontano 1915) di esaltare il gusto di ogni singolo ingrediente. A spiegarlo, cercando di convincere anche i più scettici, è Maximilian Riedel, erede oggi della fortuna austriaca. Secondo Riedel non solo non è ridicolo approcciare le bollicine della Coca esattamente come si fa con quelle dello Champagne, ma anzi è necessario per quanti vogliano distinguere chiaramente tra il dolciastro e il frizzante della bevanda l’aroma del caramello e quello della vaniglia. Che la forma del contenitore possa influire sulla degustazione di ciò che si beve è cosa nota ormai da tempo, da quando proprio la Riedel, nata ben 300 anni fa, intuì che il gusto di un vino può facilmente essere esaltato da un calice della forma giusta. Eppure, nonostante sia applicabile a qualsiasi liquido dotato di sapore, pensare che l’idea possa valere tanto per il buon vino quanto per la Coca Cola lascia ancora un po’ di perplessità. Ma perché stupirsi se da anni questo ragionamento si trova stipato nelle nostre credenze? La Illy prima, la Nespresso poi, la Twinings per ultima hanno lanciato sul mercato una dopo l’altra tazzine bellissime, dal design insolito, studiate appositamente per rendere giustizia al loro prodotto. Dal materiale alla capienza - e all’estetica, perché anche l’occhio è parte dell’esperienza sensoriale - niente è lasciato al caso, nemmeno la forma del cucchiaino con il quale girare thè, tisane e caffè, a volte piatto a volte bombato. Utili e belli questi oggetti di uso quotidiano portano sulla tavola un po’ di quel lusso che, nell’immaginario comune, è proprio soltanto di grandi magioni o di ottimi ristoranti: smessi i panni del largo consumo tazze e bicchieri si vestono cioè dell’abito esclusivo di norma riservato ai prodotti di nicchia, quelli che solo pochi si possono permettere. A ben guardare infatti è dal 1992 che gli amanti del buon caffè aspettano con trepidazione pari a quella con cui i più tecnologici aspettano il nuovo IPhone l’uscita delle tazzine Illy, sulla cui superficie hanno lavorato nel corso degli anni artisti come Marina Abramovic e Jeff Koons. Belle e utili insieme, queste tazzine sono come i bicchieri Coca Cola + Riedel, come le tredici tazzine della Ritual Collection che la Nespresso ha studiato per dare ad ogni modo di bere il caffè il suo spessore: sono oggetti che tutti si possono permettere, esclusivi perché creati ad hoc per esaltare le funzionalità del prodotto ma anche i suoi sapori. Attenzione solo a non utilizzare per altro, perché la degustazione è positiva solo se si degusta una certa bevanda. Nel caso della Coca Cola quella tradizionale, più calorica forse, ma con i nuovi bicchieri decisamente più valida della versione Diet. di Claudia Casiraghi