La serie tv 1992 non è stato solo un caso mediatico, ma pure diplomatico. Tutta "colpa" di Tea Falco, la bionda attrice interprete di Bibi Mainaghi che avrebbe creato trambusto nella redazione del Fatto quotidiano. Succede che il giornalista web Domenico Naso una settimana fa la accusa pubblicamente di non saper recitare e, soprattutto, di essere raccomandata. Per inciso, la prima accusa è condivisa da molti sul web, con tanto di video virale (e poi rimosso da Youtube per violazione dei diritti) che raccoglie le chicche della recitazione di Tea/Bibi, con tanto di esilaranti sottotitoli che mettono alla berlina una recitazione per così dire espressionista. "Si faccia curare, io non tratto i dementi" - A prendersela con Naso è stata soprattutto la mamma della Falco, che via sms privati lo ha invitato a farsi curare: "Se poi ha bisogno di cure psichiatriche per il suo piccolo narcisismo patologico - avrebbe scritto mamma Falco - sono una specialista, ma non tratto i dementi ". Via Twitter Naso ha replicato: "Signora, la smetta perché si sta rendendo ridicola e mi costringerà a denunciarla". Naso verso l'addio? - Il giornalista ha scritto su questa querelle abbastanza privata un articolo, che pare però aver terremotato la redazione del Fatto. Mugugni e malumori che hanno portato a una lunga intervista "riparatrice" alla stessa Tea, scritta dall'ottimo Malcom Pagani. Una presa di posizione che, secondo Dagospia, non sarebbe piaciuta affatto allo stesso Naso che, riporta il sito di gossip fondato da Roberto D'Agostino, starebbe ora pensando di scendere dalla barca governata da Marco Travaglio. "Mi viene da ridere" - Finita qui? No, perché è lo stesso Naso, sempre su Twitter, ad assicurare che lui dal Fatto non si muove. "Quanto scritto da Dagospia non ha senso, mi viene persino da ridere". E poi, ancora: Sono serenissimo, c'è solo da ridere, mi spiaggio sul divano e guardo il finale di #1992LaSerie. Buona serata a tutti!— Domenico Naso (@domeniconaso) 21 Aprile 2015 Almeno questa volta l'oggetto della risata non sarà la povera Tea.