È una malattia. Uno dei sintomi è pensare che se fanno una legge che favorisce degli italiani, per dire, sarà una legge pro-Berlusconi perché a Berlusconi è italiano. Prendete l’amnistia: favorevoli? Contrari? Non importa: Liana Milella di Repubblica per esempio scrisse che «non ho nulla contro l’amnistia... ma sarebbe un cattivo regalo percorrere la strada di un’amnistia inquinata... viziata dal sospetto del favoritismo per Berlusconi». Ieri, invece, ha denunciato un emendamento che lascerebbe fuori dal carcere gli ultrasettantenni che abbiano compiuto determinati reati: tra i quali ebbene sì, c’è anche la prostituzione minorile. Dovremmo escludere solo quella? Del resto non importano il degrado delle carceri, le sentenze della Corte Europea, i milioni in attesa di processo: importa che nessuna soluzione avvantaggi anche Berlusconi. E allora diciamola tutta, gentile collega Milella: lei - domanda - pensa che certi emendamenti di Forza Italia siano pensati per avvantaggiare anche Berlusconi? Lo pensiamo anche noi. Ma con la maggior parte della riforma della custodia cautelare Berlusconi non c’entra nulla. E se anche c’entrasse, confessiamo che sì, saremmo disposti a correre il rischio che una riforma (giusta) possa avvantaggiare milioni di italiani tra i quali - mannaggia - c’è anche lui. Ps: anche le donne incinte risultano escluse dal carcere: urge vigilanza, pare che Berlusconi stia mettendo su pancia. di Filippo Facci @FilippoFacci1