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Adriano Celentano vaneggia: "Ecco le priorità dell'Italia: senatori eletti, niente navi a Venezia e meno pubblicità"

di Francesco Rigoni domenica 14 settembre 2014

3' di lettura

I giornali sono in crisi, la carta costa, ma Adriano Celentano fa sempre notizia. Almeno, questo dev'essere il pensiero di Travaglio & Co.: il Fatto Quotidiano di oggi infatti dedica due intere pagine agli sfoghi e ai vaneggiamenti del Molleggiato, che si mette alla prova scrivendo un articolo-monstre che somiglia molto alle sbrodolate domenicali di Eugenio Scalfari su Repubblica (e non a caso, Scalfari viene citato da Celentano come esempio). Relazioni pericolose - Il cantante militante comincia la sua requisitoria svelando un gustoso retroscena: l'idea dell'articolo è nata da un sms che ha ricevuto: "Te la senti di scrivere un tuo pensiero sui gravi pericoli che corre la Costituzione?". Il mittente del messaggio è nientepopodimeno che lui, Marco Travaglio. Celentano accetta, auto-elogiandosi ("Il mio popolo è un popolo di ignoranti", e Travaglio risponde: anche se ignoranti, "l'importante è che ti seguano"). Il messaggio del Molleggiato si articola su tre punti cardine, ovvero su quelle che sarebbero le vere riforme imprescindibili e improrogabili, le priorità dell'Italia: "L'elezione diretta dei senatori", un "decreto che proibisca alle navi mostro di distruggere Venezia", ma soprattutto una "legge per arginare gli spot selvaggi in televisione"; in effetti, viene da chiedersi che cosa starà mai aspettando Matteo Renzi a varare (o almeno ad "annunciare") queste manovre urgentissime. Poeta ermetico - Il primo punto - i nuovi senatori che non sono direttamente eletti dal popolo - potrebbe essere un argomento interessante, ma viene risolto semplicemente con il più becero populismo e con soluzioni retoriche degne dell'abile paroliere musicale, scritte addirittura in maiuscolo (forse il maestro ha schiacciato per sbaglio il caps-lock): "MACERIE dell'ipnotica cultura Dc", "DISASTRO ITALIANO", "leggendaria SOVRANITA' del popolo", e il meraviglioso ossimoro "DITTATURA democratica". Immancabile - essendo nelle pagine del Fatto - l'elogio a Grillo, senza il quale "avremmo rischiato altri 50 anni di macerie". Arrivano i mostri - Il secondo punto parla di Venezia e di grandi navi. Celentano ci informa che "il nuovo attacco alla città sarà scavare il Contorta, un canale apposito per il passaggio dei MOSTRI". Evidentemente Celentano non lo sa, ma il Contorta esiste già da un pezzo: è un canale che sostanzialmente circumnaviga la Laguna e permetterebbe alle navi di non utilizzare il canale della Giudecca, che è a ridosso di Venezia, ma di sfruttare il canale dei petroli (quello utilizzato dalle petroliere e dalle navi-cargo). Il Contorta andrebbe solo sistemato in alcuni punti e riadattato al passaggio di navi con un pescaggio considerevole. Con questa soluzione si eviterebbe il passaggio per Venezia delle grandi navi, ma senza vietare l'arrivo delle stesse (le si fa arrivare con un altro percorso). Inutile ricordare quanto siano importanti per una città come Venezia i milioni di turisti che arrivano anche con le crociere. Tutta colpa dello spot - Il messaggio di Celentano è un climax ascendente, infatti raggiunge il massimo del suo delirio con il terzo ed ultimo punto: "cambiamo verso alla pubblicità". Eccolo il più grande problema italiano, che ci tiene incatenati a questa crisi maledetta: "Nemici come la Rai - che evidentemente è nemico solo quando non gli paga lo stipendio - e altrettanto dicasi di Mediaset, bombardano di spot pubblicitari la mente dell'uomo con una frequenza devastante". Boh. Fischia il vento - L'articolo, che riesce perfino a far percepire al (volenteroso) lettore anche le famose "pause artistiche" del Molleggiato, si avvia faticosamente verso la conclusione. Celentano si rivolge direttamente a Renzi dicendogli che se non ascolta il "VENTO" (di nuovo il caps-lock incastrato), ovvero la "voce impetuosa" del "popolo ignorante", "le legislature dureranno sempre meno. E anche se l'aggettivo sovrano applicato al popolo è una tragica burla, piuttosto che niente è meglio vederlo scritto a caratteri cubitali nella Costituzione". Son soddisfazioni. Ma attenzione alle botte di vento. di Francesco Rigoni @ce_rigoni

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