«Appello Ruby: perchè va abbassata quella condanna». A spiegare perchè una condanna a sette anni di reclusione per Silvio Berlusconi sono troppi, e le ragioni per cui almeno uno dei due capi di imputazione dovrebbe essere «derubricato» non è un esponente forzista ipergarantista, bensì Ida Dominijanni sull’Huffington Post. L’autrice dell’analisi non è certo una firma «prezzolata» del Cavaliere, bensì una giornalista che ha lavorato per molti anni a Il Manifesto, cioè il quotidiano comunista, e che alle ultime elezioni politiche era candidata con Sinistra e libertà. Nessuno può sospettarla di connivenza col “nemico” storico, eppure la giornalista e filosofa sostiene che «sulla base di argomenti formali, la condanna di Berlusconi potrebbe e dovrebbe essere derubricata», che nello svolgimento del processo è venuto a galla un «teorema inquisitorio» e che, oltretutto, bisognerebbe chiedersi se è «giusto l’uso di intercettazioni per un reato (...) che ha a che fare così profondamente con la vita intima». Non si tratta di una opinione come tante. La direttrice dell’Huffigton post è Lucia Annunziata, che fu protagonista di uno scontro accesissimo con l’allora premier in tv. È lei ad avere scelto di dare molta visibilità al “post”, promuovendolo a terzo titolo del suo sito di informazione per tutto il pomeriggio di ieri. A più d’uno è venuto il dubbio che si trattasse di un endorsement. Se così fosse, non sarebbe certamente la marcia indietro più clamorosa. Soltanto due giorni fa il Fatto quotidiano, del quale è vicedirettore Marco Travaglio, si era schierato sulla stessa linea. «Per una volta i legali di Berlusconi non hanno tutti i torti: la condanna di primo grado nel caso Ruby non sta in piedi. Se la pena fosse ridotta in appello non sarebbe uno scandalo», ha scritto il giornalista Marco Lillo. (P.R.)