Travaglio alla De Girolamo: "Dimettiti e denuncia i metodi della politica"

Dopo averla affossata, Marco è prodigo di suggerimenti per Nunzia: "Fatti da parte e racconta tutto, altrimenti sei un nuovo milite ignoto"
di Roberto Procaccinidomenica 19 gennaio 2014
Travaglio alla De Girolamo: "Dimettiti e denuncia i metodi della politica"
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Se non vuole fare la fine "dei tanti militi ignoti caduti sull'eterno campo di battaglia del magnamagna", a Nunzia De Girolamo conviene dimettersi e raccontare tutto il marcio della politica italiana. Marco Travaglio veste i panni del consigliere politico del ministro dell'Agricoltura, dopo averla affossata con una campagna stampa sul proprio giornale. In vista dell'audizione domani alla Camera del ministro del Ncd (che ha subito una mozione di sfiducia personale a opera del Movimento 5 stelle), il vicedirettore del Fatto Quotidiano suggerisce una sola mossa sulla via della riabilitazione: dimissioni e pentimento. A Marco non basterebbe un eventuale passo indietro della De Giriolamo: al suo posto arriverebbe un altro tale e quale a lei. Quello che serve è "un discorso di verità". Come un collaboratore di giustizia, piuttosto, la bella Nunzia dovrebbe denunciare pubblicamente il marcio della politica. Così fan tutti - "Cosa potrebbe dire la De Girolamo? - chiede retoricamente Travaglio con prosa da procura - La verità, tutta la verità, nient'altro che la verità". E cioè che anche nella seconda Repubblica a un giovane che voglia fare politica non è chiesto di "essere bravo, competente e onesto". Nunzia deve raccontare come nel sistema dei partiti conta avere "una rete di potere, clientele e voti di scambio, cominciando dal proprio terreno di caccia elettorale - argomenta Marco - scalzandone gli altri concorrenti e sistemando fedelissimi nei posti chiave". La pastetta della politica, insomma. E qual è, nella ricostruzione di Travaglio, il settore dove i partiti più e meglio di prima ingrassano? Nella "più grande mangiatoia sopravvissuta a tutti i tagli e le spending review: la sanità pubblica e/o convenzionata". E allora, davanti a tutto questo, non basta che la De Girolamo si dimetta (né tanto meno che provi a rimanere al suo posto): il vicedirettore del Fatto vuole che il ministro rivolga un j'accuse a tutti i suoi colleghi.