I grillini bidonano i loro elettori

Alcuni elettori di centrodestra vedevano nel comico un erede di Bossi o Silvio. Invece hanno eletto gente che non vuole mandare via la Casta, ma invitare i clandestini
di Giulio Bucchidomenica 19 gennaio 2014
I grillini bidonano i loro elettori
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Ho un’amica avvocato che pur avendo sempre votato a destra, alle ultime elezioni ha scelto il Movimento Cinque Stelle. «Perché sei passata a Grillo?» ho provato a chiederle. «Perché gli altri non mi convincevano», è stata la risposta. Le parole mi sono tornate in mente ieri, leggendo sul Blog del comico genovese le reazioni rabbiose di molti elettori pentastellati al referendum via web sul reato di clandestinità. All’insaputa dei più, Grillo e Casaleggio hanno chiesto ai sostenitori di esprimersi sull’abrogazione di quella parte di Bossi-Fini che punisce chi entra nel territorio italiano senza avere il permesso di soggiorno. All’appello hanno risposto meno di 25 mila persone (più di quelle che si erano espresse alle Quirinarie) e in 15 mila hanno approvato la cancellazione del reato. Ma a quanto pare, molti elettori a Cinque Stelle non hanno gradito. Sul Blog ieri pomeriggio si potevano leggere commenti infuriati di gente che si sentiva tradita. Italiani che avendo sempre votato Forza Italia o Lega si erano convinti che Grillo fosse una specie di nuovo Bossi o Berlusconi, uno cioè fuori dal sistema in grado di spaccare tutto, a cominciare dal conformismo buonista che da anni predica l’accoglienza. E invece no, sorpresa: il comico vorrebbe lasciare le cose come stanno, anzi forse inasprire la legge anti-immigrazione, ma i parlamentari che ha fatto eleggere in parlamento e gran parte dei sostenitori che si fanno sentire via web la pensano in altro modo. E così, quando alle Camere si presenterà il problema (al Senato già oggi), i Cinque Stelle voteranno sì all’abolizione del reato di clandestinità. Per la prima volta, come mai era accaduto prima, si capisce non solo che la democrazia on line è una colossale presa in giro ma che chi ha votato Cinque Stelle sa praticamente zero di che cosa volevano e vogliono fare gli eletti di Camera e Senato e viceversa. Per la verità sia le Primarie in rete, sia le Quirinarie avevano già mostrato come a partecipare al gioco del «Vota il candidato» in realtà fossero poche migliaia di persone. Sia quando si era trattato di scegliere i candidati alle Politiche sia quelli per il Colle i consensi raggiunti erano roba da paese di provincia, nel senso che a metterli insieme non si raggiungeva neppure il numero di abitanti di una delle più piccole città italiane. Grazie a questo sistema – propagandato come altamente democratico, ma il realtà riservato a pochi intimi – in Parlamento sono entrati perfetti sconosciuti. Non tanto a noi e al grande pubblico, ma agli elettori che li hanno votati.  Tuttavia, oltre ad essere all’oscuro di chi fossero le persone che stavano eleggendo, in  molti hanno votato Grillo senza neppure conoscere quali fossero le sue idee. L’esasperazione e la delusione erano tali, che le feroci critiche del comico genovese alla Casta sembravano una reazione più che giustificata. In questi casi si parla di voto di protesta, ma il problema è che la protesta oggi rischia di finire addosso a chi l’ha innescata, cioè a quegli elettori di centrodestra che hanno votato Cinque Stelle. Già, perché la maggioranza di coloro che sono diventati onorevoli non è di centrodestra ma di sinistra e dunque in Parlamento sposa le battaglie che sono care ai progressisti, come appunto quelle contro il reato di clandestinità e la Bossi-Fini. Naturalmente si può discutere sull’efficacia della nostra legislazione anti-immigrazione e anche se l’introduzione del reato di clandestinità sia utile a frenare gli sbarchi e consenta di espellere in fretta chi non ha titolo di rimanere sul territorio nazionale. Ma chi oggi vuole abrogare il reato che punisce i clandestini non ha come obbiettivo di mettere un argine agli arrivi di immigrati dai Paesi extraeuropei, piuttosto il contrario. Chiudere i Centri di identificazione ed espulsione, abolire la norma che sanziona chi non ha il permesso di soggiorno e viene però fermato sul territorio nazionale, non aiuta né ad accogliere meglio i profughi, né a impedire che gente disperata si imbarchi su bagnarole che rischiano di colare a picco con il loro carico umano al largo delle nostre coste. Cancellare il reato di clandestinità semmai ci trasforma in un approdo sicuro per tutti coloro che fuggono dai loro Paesi e dalla miseria e pensano, arrivando in Italia, di aver trovato il Bengodi. Già adesso il tasso dei reati d’importazione è elevato, senza neppure più il minimo deterrente della norma anti clandestini si rischia che diventi elevatissimo. Per l’elettore di centrodestra che votò Grillo perché stanco di Pdl e Lega, delle liti e anche delle furfanterie del centrodestra, il voto contro la Bossi-Fini sarebbe dunque una grande beffa: invece di mandare a casa i politici, i Cinque Stelle spalancherebbero le porte di casa ai clandestini. Ai grillini già dobbiamo il raddoppio di Napolitano sul Colle (avessero votato Marini, senza far sponda alla fronda del Pd ci saremmo risparmiati il bis), raddoppiare anche gli extracomunitari è un po’ troppo da digerire.  di Maurizio Belpietro maurizio.belpietro@liberoquotidiano.it