Sono passati due anni dalla morte di Lucio Dalla e qualcosa è cambiato. E non soltanto a Bologna, in via D’Azeglio, nella casa del grande artista scomparso che presto ospiterà il Museo voluto dalla Fondazione nata ieri per gentile concessione dei cugini eredi. Qualcosa è mutato nelle parole della gente e, soprattutto in quelle di amici e artisti molti vicini a lui. Anzi, vicinissimi. Cerchiamo di mettere ordine in quello che è successo ieri negli studi Mediaset dove era ospite di Verissimo Ron, storico compagno di arte del geniale cantautore bolognese, morto il 1° marzo 2012 a Montreaux, in Svizzera. Rosalino Cellamare, vero nome di Ron, era stato invitato come ospite d'onore della trasmissione condotta da Silvia Toffanin. Un personaggio ideale non tanto per presentare Un abbraccio unico, il suo ultimo album, ma soprattutto per la stretta vicinanza a Dalla negli anni ’70 e ’80. E perché durante l’ultimo Festival di Sanremo aveva ricordato il grande Lucio interpretando, nella serata dei duetti, Cara, una romantica canzone di Dalla. In quell’occasione l'esibizione di Ron aveva ottenuto consensi e toccato le corde emozionali. Ebbene, negli studi di Verissimo (la puntata commemorativa a due anni dalla morte di Lucio andrà in onda oggi pomeriggio), si è verificato un fatto curioso per chi conosce l’universo-Dalla. Quando è andato in onda un filmato d’epoca ed è saltato fuori il nome di Alemanno, definito suo «compagno», Ron è sobbalzato sulla poltroncina. Ha girato la testa e ha esclamato: «Marco non era il compagno di Dalla. Era una figura molto importante per lui perché gli risolveva dei problemi enormi. Era il suo segretario ed era il suo produttore». Gelo in studio. Ancora Ron, con decisione: «Non so perché alla morte di Lucio abbiano tirato fuori questa cosa. Non si può alla morte di una persona così importante per l’Italia andare a toccare una sfera così privata e intoccabile, perché, prima di tutto non era vero e, secondo, perché così hanno tolto a Lucio un pezzo di dignità». Una presa di posizione surreale che si può spiegare con l’estremo tentativo da parte di Ron di difendere la privacy del suo compagno di vita storico. Marco, più giovane di Rosalino di 30 anni, e sfrattato dalla casa di via D’Azeglio e vive ora in un piccolo appartamento preso in affitto, nel bel libro-romanzo Dalla luce alla notte aveva raccontato senza pudore nè falsi moralismi il suo stretto rapporto e la convivenza more uxorio con Lucio, durata 8 anni: «Potevamo essere maestro e allievo, padre e figlio, amici, fratelli, amanti… Sono stato aiutato e consolato da lui che ho vissuto da sempre come un regalo del cielo, ho creduto che mio fratello scomparso mi avesse messo sulla strada quest’uomo. A volte mi sembrava di aver vicino un bambino di nove anni… Il più delle volte ero lì a captare quello che diceva….». Parole di un amore davvero speciale. La relazione tra Alemanno e Dalla - che, lo ricordiamo, non ha mai fatto outing come Tiziano Ferro- era sotto gli occhi di tutti. Pochi hanno come mai Ron abbia avuto quell’uscita così strana. Vero che tra lui e Alemanno non correva buon sangue, ma la reazione è apparsa strana. Nella stessa puntata di verissimo Antonio D’Amico, compagno per quindici anni dello stilista Gianni Versace, trattato con indifferenza dalla famiglia dello stilista, ha precisato: «Al funerale del mio compagno Gianni Versace ho vissuto un momento simile a quello di Marco Alemanno al funerale di Lucio Dalla». Da ricordare, inoltre, che qualche tempo fa Alessandra Nicita, l’ex-fidanzata del compagno di Alemanno, ci aveva raccontato di essere stata lei, e nessun altro, a far conoscere i due, non senza lesinare dettagli sulla lunga love-story. Una vicenda un po’stonata che è affiorata nei giorni in cui, finalmente, i cugini eredi di Dalla hanno dato il loro placet alla nascita della Fondazione che porta il nome dell'artista. Come ci ha raccontato Michele Mondella, press-agent e amico di Lucio «la Fondazione verrà costituita il 4 marzo, quando Lucio avrebbe compiuto 71 anni per dare continuità e preservare la genialità dell’opera artistico-musicale di Lucio Dalla, e per diffondere e valorizzare la sua storia artistica, umana e culturale». Presidente onorario è Tobia Righi, per 40 anni manager di Lucio. Che ieri, dalla sua nuvoletta, non deve essere rimasto troppo bene da quello che lui avrebbe definitivo alla sua maniera: casino disorganizzato. di Leonardo Iannacci