"Alfano assomiglia a quegli inventori di brevetti che se li vedono soffiare o pagare due soldi da una grande azienda che li sviluppa e ci si arricchisce". In questo caso, per Bruno Vespa, la grande azienda si chiama Matteo Renzi. Il giornalista, nel suo editoriale del 17 ottobre, scritto per Il Giorno, espone una tesi molto semplice: il governo Renzi sta scegliendo politiche di destra, proprio come sostiene Angelino Alfano. Solo che lui, quelle politiche, non è mai riuscito ad applicarle. I problemi di Alfano - In realtà, secondo Vespa, "non si tratta di riforme di centro destra, ma di riforme di buon senso che servono a rendere più moderno il Paese e a rilanciare un pochino i consumi interni". E Alfano, mentre il programma di Renzi continua, sta a guardare o tutt'al più a brigare perché il suo partito, Ncd, non si sciolga definitivamente. Dopo l'ultimo abbandono, quello di Getano Quagliariello, il gruppo vacilla sempre di più e favorisce Denis Verdini, a caccia di voti e di fuoriusciti da raccogliere. "Il senatore toscano è un diavolaccio dal cervello fino", commenta Vespa a tal proposito. Scenari futuri - Il futuro di Alfano dipinto dal giornalista è incerto. "Gli resta la soddisfazione - scrive Vespa - ma il suo peso nella maggioranza è destinato ad affievolirsi". Certo Alfano combatterà la sua battaglia contro le unioni civili e tenterà, con la nuova soglia del 3%, di portare alla Camera il massimo che gli sarà consentito: 22 deputati. Ma gli basterà? Se la situazione rimanesse uguale a quella odierna, ricorda Vespa, "Alfano potrà seminare quanto vuole, ma il raccolto sarà tutto del diabolico presidente del Consiglio".