«Ecco il pezzo di Di Battista sull’Iraq» scrive Beppe Grillo su Facebook. Subito parte il clic che porta dritti al Blog dell’ex comico dove «Dibba» spiega che bisogna «trattare con i jihadisti dell’Isis». Dietro il clic c’è tutto il business a 5 stelle. Il blog non è più l’house organ di un Movimento ma una piattaforma news che fa quattrini sul web. Catturare utenti non è facile. Così bisogna scrivere di tutto. «Hai una casa o stai pensando di fare un mutuo? Prima ti conviene leggere questo articolo», avvisa Beppe col solito lancio su facebook. E via con migliaia di clic che fanno lievitare le visite al blog per la gioia della Casaleggio Associati che fa affari con la pubblicità. D’estate bisogna giocare sporco per evitare il crollo degli accessi: i fan grillini sono impegnati a bere uno spritz sotto l’ombrellone. Ci pensa Di Battista che racconta urbi et web cosa bisogna fare in Iraq. Sforzo premiato: 860 retweet, 370 condivisioni su google plus e 21mila su facebook. Uno schema collaudato. Gli accessi come rivela Alexa (un rilevatore di statistiche web) sono in calo (-8 per cento). Dopo il picco di maggio, con la bella stagione i fedayn grillini fuggono al mare e mollano il pc. Così si pubblicano post come quello dell’Isis che hanno la stessa eco di «P2 macht frei» (con fotomontaggio di Auschwitz) che fece infuriare la comunità ebraica. L’Amministratore delegato, Gianroberto Casaleggio, pretende risultati. Strategia di marketing condivisibile per un portale di news, un po’ meno per un sito di un partito politico. La politica, quella vera, ora resta fuori dal blog. Meglio il delirio di Di Battista (a cui presta il fianco Pannella) o i sondaggi sul «giornalista dell’anno» (ad agosto). Beppe raccoglie il 34 per cento dei clic da Facebook, il 14 per cento da Google, 4 per cento dal fattoquotidiano.it e il resto da altri siti satelliti grillini come TzeTze. Una macchina perfetta che ha fatto arricchire Casaleggio. I profitti della società del guru sono passati dai 68mila euro del 2012 a 255mila nel 2013, con un dividendo di 245 mila euro. Ma di questo sul blog non c’è traccia… di Ignazio Stagno