Il programma di Alan Friedman avrà il titolo del suo bestseller

di Lucia Espositosabato 31 maggio 2014
Il programma di Alan Friedman avrà il titolo del suo bestseller
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Mettiamola così: potrebbe essere il sogno d’un Cairo di mezz’estate:Alan Friedman al posto di Michele Santoro. Potrebbe. Forse. La notizia è che, da giovedì 12 giugno, esauritasi la spinta propulsiva dei vari Annozero & Announo, Santoro&Innocenti, La7 prova a giocarsi la carta Friedman con Ammazziamo il Gattopardo-Il gioco del potere. Programma giornalistico dal titolo - paraculissimo - direttamente ispirato al best seller cartaceo del giornalista americano. Ve lo ricorderete, era il libro che rivelò il «complotto» tra Napolitano e i poteri forti per far fuori Berlusconi. Uno «scoopone». E per un mesetto, in piena promozione, Friedman bazzicava, in trance, tutti i programmi di tutte le tv; senza il tomo sottobraccio quasi non lo riconoscevi. Torniamo al programma. Non si sa molto: sono 6 puntate («ma se va bene si apre uno scenario, come con ..», sussurra un dirigente de La7) È in seconda serata, per evitare il paragone con chi l’ha preceduto, dato che la macchina da guerra santoriana tocca il 9,5% di share, e la macchinina da guerrina della Innocenzi fa l’8%. Prevede la star starter (Friedman), 9 ore di interviste inedite con qualche chicca, tipo D’Alema che difende il finanziamento pubblico ai partiti e la sua barca a vela; o Monti che parla del suo rapporto viscerale con la Merkel che oggi lo vorrebbe commissario Ue; o Renzi che parla della sua Europa alla Campanella, in tempi non sospetti; o Giuliano Amato «come non si è mai visto» e, io, onestamente, purtroppo di Amato pensavo d’aver visto tutto. Friedman promette «una radiografia del potere», peraltro già in parte scattata sul sito Corriere. it. D’interesse è la collocazione di palinsesto. Qualcuno azzarda che Cairo mentre i big riposano d’estate, voglia sperimentare una serie di avvicendamenti che potrebbero coinvolgere anche Santoro, l’uomo che più di tutti sul bilanci della rete. Naturalmente non sarà così; e sarò brutalmente smentito - come al solito - dall’inesausto patròn. Tra l’altro, Michele va sempre bene. Apro la parente, come diceva Totò. In tempi di magra, bisognerebbe capire perché La7 che può raggiungere il 33% (l’ha dimostrato il duello Santoro/Berlusconi: e non sussistono problemi d’emissione, come diceva l’ex ad Stella...) ; continui a parametrare i cachet dei suoi eroi su medie molto più basse d’ascolto. Bah. Questo è un problema del settore pubblicitario della Cairo, chiudo la parente. Friedman è una buona scelta. Io non ho mai capito una cippa di economia. Ma, quando Alan , col suo faccione da oste, l’accento di Oliver Hardy e la spietata capacità d’analisi di Milton Friedman (non è parente), appariva a Maastricht Italia con Minoli o a Sky; io realizzavo che il mondo non era solo politica e svolazzi tv. Era anche numeri, soldi e sangue. Soprattutto, per me che lavoravo in università, sangue. Friedman, ex Financial Times è un cannone. Certo Il Fatto Quotidiano l’ha massacrato per una faccenda di violazioni etiche alla Bbc. Però, scorrendo i dati della La7, leggo queste share: Paragone - partito al 3% - fa il 5%; l’ottimo Formigli il 5,5%, Mentana tra il 7 e l’8%. Il mattino d’informazione tra Omnibus, Coffee Break e L’aria che tira è fisso tra il 6 e il 7%. Bei numeri. Cairo che, fino a quando non l’ha comprata, nulla sapeva di tv, ha sbagliato solo con Sottile, che è un discorso a parte. Vedremo... di Francesco Specchia