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Mose, Giancarlo galan contro l'ex segretaria: "Tradito e ferito, vorrei urlare in piazza"

di Giovanni Ruggiero domenica 22 giugno 2014

2' di lettura

Giancarlo Galan sembra un leone in gabbia, irrequieto e impotente. É così l'uomo, prima che il politico, che emerge dall'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano in una tribolata passeggiata lungo il Canal Grande a Venezia. É una delle poche occasioni in cui l'ex ministro lascia la sua villa e sua moglie, il Fatto lo intercetta e raccoglie lo sfogo di chi ormai è certo che l'intero scandalo Mose e la richiesta d'arresto che gli pende sulla testa sia "un danno d'immagine irreparabile". Tradito - A mettere nei guai Galan è soprattutto la sua ex segretaria, Claudia Minutillo, che davanti ai giudici ha puntato il dito contro lo stesso Galan e Nicolò Ghedini - che non è indagato, ma difende da avvocato l'amico parlamentare davanti la Procura - di "aver escogitato il sistema di foraggiare in 'nero', con una 'cartiera' di San Marino - scrive il Fatto - le campagne elettorali di Galan". Maglietta bianche a righine e sudore che gronda sotto il sole veneziano, l'ex ministro sputa fuori tutta la sua "delusione" per l'ex collaboratrice, una che ne conosce ogni segreto degli ultimi anni essendone stata praticamente l'ombra. Galan si sente "Tradito - dice al Fatto - Deluso è dir poco, guardi ogni parola in questo momento vale poco. É un'amarezza difficile da spiegare. Sono amareggiato - incalza - ferito, molto ferito, nell'orgoglio e anche nell'istinto". Non si lascia scappare commenti sulle indagini, sulla Procura, nulla. Il silenzio è d'oro - Ma uno che fino a poco tempo fa era tra i politici più potenti del Veneto, tacere è umanamente complicato: "Fosse dipeso da me - insiste Galan - sin dal primo giorno, avrei reagito", ad esempio continua: "Avrei preso una cassetta di frutta e mi sarei messo qui, nel centro di una piazza, qui a Venezia... Avrei parlato, avrei spiegato, avrei raccontato alla mia gente la mia verità... questo era il mio istinto". Incontra Ghedini per strada e lo rassicura che una memoria ricca di sorprese sarà presto depositata in Procura, nel frattempo Galan torna nella sua villa di Cinto Euganeo e torna a blindarsi dietro il silenzio.

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