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Abbiamo bruciato la gioventù dei nostri figli

di Mattias Mainiero domenica 22 giugno 2014
Abbiamo bruciato la gioventù dei nostri figli

2' di lettura

Carissimo Mainiero, volevo riprendere il discorso sul nostro ormai famoso figlio dell’amico Lipari. La cosa più umiliante, specialmente per un fresco laureato, è essere mantenuto dai propri genitori. La cosa più bella per uno che va al Nord o all'estero è telefonare ai propri cari e dirgli di non mandargli più soldi perché ormai può mantenersi da solo. E vedrà il nostro caro liparino che l'andata sarà costellata da sacrifici, ma i ritorni saranno pieni di gioia. Onofrio Sandro Aloi e.mail Famosissimo figlio del superfamoso amico Lipari diventati i protagonisti di questa rubrica. Merito loro, ma soprattutto del problema che il lettore Lipari ha posto: è giusto che un giovane laureato per trovare lavoro vada all’estero? La rubrica ha detto la sua: giusto. E la sconfitta non è dei Lipari ma dell’Italia. Ma ciò che dice la rubrica non è il Vangelo. Dunque parola ai lettori. Emiliano Pozza, di Milano: e chi osa pensare che sia sbagliato? Una volta terminata l’università, i nostri giovani laureati si arrabattano alla meglio per trovare un lavoro che non esiste più. L'Italia è un Paese finito. Elisabeth Carles, Milano: negli anni ‘50 uscì il film “Gioventù bruciata”. Ora potrebbe essere d’attualità il sequel intitolato “Abbiamo bruciato la gioventù dei nostri figli!”. Gianfranco Azzalin, San Giorgio delle Pertiche, Padova: ho letto con interesse lo scambio di opinioni tra il sig. Lipari e il sig. Agosti. Mi schiero dalla parte del sig. Lipari. Parafrasando il titolo di un famoso film, dico: "L’Italia non è un Paese per giovani!". Qui non si tratta di individuare "quelli bravi" e farli rimanere per migliorare il Paese perché la meritocrazia in Italia non esiste più. Alla base del nostro disastro c'è la scuola demolita pezzo per pezzo. In qualsiasi altro Paese, gli universitari sono aiutati nell'inserimento nel mondo lavorativo con stage professionali, anche remunerati. Da noi la parola stage é sconosciuta. Alessandro Giusti: mi permetta d'inserirmi, solo per complimentarmi, sul caso del figlio del sig. Lipari. Grazie. Grazie a lei, caro Giusti. E i complimenti, volentieri, li giro ai lettori. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it  

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