'Ndrangheta: Di Meo, anche in Campania abolire 'padrino' per i sacramenti

lunedì 30 giugno 2014
'Ndrangheta: Di Meo, anche in Campania abolire 'padrino' per i sacramenti
2' di lettura

Roma, 30 giu. (Adnkronos) - "La proposta di monsignor Morisini di abolire la figura del padrino per i sacramenti del battesimo e della Cresima potrebbe essere adottata anche in Campania, dove la camorra trae forza e legittimazione dall'uso strumentale delle pratiche religiose". Lo dice all'Adnkronos lo scrittore Simone Di Meo, autore di saggi sulla criminalità organizzata tra cui, uno di prossima uscita, sul rapporto tra mafie e religine, in merito alla posizione dell'arcivescovo di Reggio Calabria, Giuseppe Fiorini Morosini, che in una lettera inviata a Papa Francesco, ha proposto che nella sua diocesi vengano aboliti per 10 anni i padrini per i sacramenti del Battesimo e della Cresima. Del resto, rimarca Di Meo, "nella grammatica camorristica campana esiste proprio la figura del 'compariello' che racchiude, in sé, il rapporto malato che fonda in un'unica persona il padrino, inteso dal punto di vista pastorale, e il padrino della cosca". "A Napoli -spiega l'autore de 'L'impero della camorra- i clan ricorrono alla commistione tra sacro e profano per imporsi come legge alternativa a quella dello Stato e di Dio. La festa di San Catello, a Castellammare di Stabia, o la cerimonia dei Gigli di Barra, solo per citare alcuni dei casi più emblematici, offrono uno spaccato assolutamente inquietante del potere di influenza, da parte della malavita, sui riti cattolici". "Nei covi dei latitanti -ricorda il giornalista noto per i suo scritti contro la camorra- si trovano spesso immagini sacre o veri e propri altari. Nell'ultimo nascondiglio del feroce boss dei Casalesi, Francesco 'Sandokan' Schiavone, c'era un dipinto, non ancora terminato, di un Volto Santo a cui lo stesso capoclan stava lavorando con tempera e pennelli. Era un quadro nel quale Sandokan si specchiava idealmente".