Vaticano, "comunione ai divorziati? Non si può". Cinque cardinali contro le aperture di Papa Francesco

di Francesco Rigonidomenica 21 settembre 2014
Vaticano, "comunione ai divorziati? Non si può". Cinque cardinali contro le aperture di Papa Francesco
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Sicuramente farà molto discutere il libro Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica che il primo ottobre esce quasi in contemporanea in Italia (editore Cantagalli) e negli Stati Uniti. Il libro riunisce assieme gli scritti di cinque cardinali (Gerhard Ludwig Müller, Raymond Leo Burke, Walter Brandmüller, Carlo Caffarra, Velasio De Paolis) e di altri quattro studiosi, in risposta a quanto sostenuto nella relazione tenuta da un altro cardinale, Walter Kasper, su incarico di papa Francesco davanti al Concistoro straordinario del 20 e 21 febbraio. Allora, Kasper aveva lanciato un appello affinché la Chiesa armonizzasse "fedeltà e misericordia di Dio nella sua azione pastorale riguardo ai divorziati risposati con rito civile". Un punto focale del Concistoro, voluto da Bergoglio proprio in vista del Sinodo che si sta per aprire ad ottobre sulle "sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione". Lo scopo del libro è rispondere all’invito di Kasper ad un’ulteriore discussione, ma costituisce una netta chiusura alle sue tesi. Le immagini ricorrenti - C'è un'immagine che ricorre più volte in questo volume molto atteso in vista del prossimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia. E' l'immagine del "non possomus", la celebre risposta di papa Clemente VII a Enrico VIII, all'origine dello scisma della Chiesa anglicana, quando il pontefice non assecondò la richiesta di scioglimento di un singolo matrimonio, sia pure reale e nonostante le conseguenze. Oltre al riferimento al "non possumus", ritorna nel volume anche l'immagine della donna adultera cui Cristo disse, "va e non peccare più" (Gv 8,11). La misericordia di Dio - scrivono gli autori - non ci dispensa dal seguire i suoi comandamenti. Quindi, il matrimonio civile che segue al divorzio implica una forma di adulterio, e rende moralmente impossibile ricevere l’eucarestia (1 Cor. 11,28), a meno che la coppia non pratichi la continenza sessuale. Queste non sono regole inventate dalla Chiesa - affermano -, esse costituiscono la legge divina e la Chiesa non può cambiarle.