Dal "Fassina chi" al "Fassina quale". Il cambio di vedute in meno un anno.

Di quale Fassina vogliamo parlare? Questo il messaggio tra le righe che si può cogliere nell’editoriale firmato da Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano
di simone cerronidomenica 26 gennaio 2014
Dal "Fassina chi" al "Fassina quale". Il cambio di vedute in meno un anno.
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Più che "Fassina chi", si dovrebbe parlare di "Fassina quale", data la strana metamorfosi avuta dall'ex vice ministro delle economia del governo Letta nel giro di un anno. Il celebre slogan rilanciato da Matteo Renzi non si addice perfettamente al Fassina double face. Quindi la domanda in realtà dovrebbe essere: di quale Fassina vogliamo parlare?Iil mister hyde contro le larghe intese del pre -governo Letta, oppure del dottor Hyde pronto a saltare sulla barca del governo del compromesso? Questo il messaggio tra le righe che si può cogliere nell’editoriale firmato da Marco Travaglio sulle pagine del Il Fatto Quotidiano di mercoledì 22 gennaio. Che oggi prende appunto di mira l'ezx sottosegretariio all'Economia.  Il Fassina contro l'intesa - L'editoriale si apre con il Fassina dalle vedute strette. Anzi solitarie. All'indomani delle elezioni dell’anno scorso, il 5 marzo 2013, aveva proclamato: “Noi non siamo disponibili a sostenere un governo col Pdl, lo consideriamo incompatibile sul terreno della ricostruzione morale che deve avvenire nel Paese.  L’aveva ribadito due giorni dopo: “Non siamo disponibili ad alcun accordo con Silvio Berlusconi. Se non ci sono le condizioni per fare un governo di cambiamento con il M5S, si deve tornare alle elezioni”.E ancora: “Noi un governo con un partito che convoca i parlamentari davanti al tribunale e compra i deputati non lo faremo mai”. A distanza di un mese il comportamento di Fassina rimane stabile, dichiarando il 10 aprile: “Berlusconi è inaffidabile. Nessun governo è possibile con il Pdl". Alla nascita del governo Enrico Letta, lo scorso 28 aprile, dichiarò: “Non ne faccio parte perché è prevalsa la continuità col governo Monti che una figura come la mia non poteva garantire” Il cambiamento - Da un Fassina ancora poco conosciuto agli italiani al Fassina vice ministro di Fabrizio Saccomanni al Ministero dell'economia. Insomma, ci siamo: Dal "Fassina chi" al "Fassina quale". Appena due giorni dopo la creazione del governo accettò una bella poltrona da viceministro dell’Economia. E - come riporta Marco Travaglio nell'articolo - risolse il lacerante conflitto interiore con la supercazzola: “Noi scommettiamo sulla nostra cultura politica alternativa al berlusconismo, ma autonoma dal berlusconismo. Una cultura politica in fieri, segnata da contraddizioni. Ma autonoma e sufficientemente forte per affrontare la sfida del governo di compromesso". Insomma come dire vogliamo un governo fresco, alternativo al berlusconismo, autonomo dal berlusconismo, ma alleato di Berlusconi.  Il Fassina double face allarga le vedute - Per completare la metamorfosi non potevano mancare l'avvicinamento alle personalità di spicco del Pdl, facendosi fotografare con il mordente Renato Brunetta, attualmente legato a Forza Italia. L'editoriale di Travaglio continua a suon di dichiarazioni rilasciate dai due dopo l'incontro.“La strana coppia. Brunetta e Fassina: la nostra grande intesa”. Brunetta: “La pensiamo allo stesso modo sull’Europa e sul futuro dell’Europa”. Fassina: “Ma non basta: molto simile è anche la nostra analisi sul passato. È maturata in questi anni col Pdl una valutazione condivisa. Una straordinaria possibilità di dialogo fra di noi, una posizione di forza per il governo Letta”. Il Fassina con Belusconi- Per concludere il puzzle non poteva mancare l'avvicinamento al Cavaliere. Che Travaglio prende ovviamente di mira "A Palermo  il 25 luglio, vigilia della sentenza di Cassazione sul Cavaliere per frode fiscale, il viceministro Pd giustificò 'l’evasione di sopravvivenza' causata dalla “pressione fiscale insostenibile”. Il 4 gennaio si è dimesso dall'incarico di governo, ma non a causa dell’alleato cosiderato pregiudicato il 1 agosto dalla Cassazione, bensì a seguito della battuta del neosegretario del suo partito: "Fassina chi?". Ecco- conclude Travaglio - il perché Fassina si vergogna tanto: non perché Renzi ha incontrato Berlusconi, ma perché Berlusconi ha incontrato Renzi.