"Non ho mai fatto affari con nessuno perché non ne sono capace. L'ultima volta che ho comprato una casa ho fatto un casino. E poi vado a fare affari con loro ..". Torna a parlare Claudio Scajola. Sono queste le sue dichiarazioni che emergono nell'interrogatorio che era stato scretato dalla procura. L'audio è stato depositato al Tribunale del riesame di Reggio Calabria. "La mia preoccupazione - spiega Scajola - era sempre quella la grandissima difficoltà economica che mi pareva di arguire" avesse Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena, a Dubai senza passaporto dopo la condanna a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Alla domande dei pm se dal punto di vista economico ci fosse qualcosa altro che lo legasse ai coniugi Matacena, Scajola ha risposto "non ho mai fatto affari con nessuno". Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it: Secondo voi Scajola era in grado di fare il Ministro dell'Interno? Bordate al Cav - Poi arriva Scajola parla anche di Forza Italia e del suo rapporto col Cav: "Andai da Berlusconi per dirgli che volevo mettermi alla prova con le elezioni europee - ha spiegato ai giudici , e lui mi disse che gli pareva giusto". Poi però qualcosa andò storto. "Dovevo incontrami con Toti e la Gelmini il giorno dopo l’arresto, mi volevano pure Crosetto e Gargani ma io non tradivo. Poi mi hanno lasciato fuori perché avevano capito che ero più forte di loro. Berlusconi che prima mi rispondeva sempre al telefono, non mi risponde più". E ancora: "Non credevo che Berlusconi non mi mettesse in una lista con 21 persone e con le preferenze". Il rapporto con la Rizzo - Ai pm in riferimento alla telefonata con Chiara Rizzo in cui le dice di fare una scelta l'ex ministro dice: "In questa telefonata io fui molto duro nel dirle quale era secondo me la via che avrebbe dovuto scegliere e cioè il marito sarebbe dovuto venire qua. Avrebbe sofferto ma comunque il marito latitante è peggio che in prigione". Infine sempre sulla Rizzo, Scajola afferma: "Io, colpito dalla situazione di Chiara, dico a Speziali che Matacena secondo me doveva rientrare in Italia, ma che però era una scelta sua. Poi lui mi dice: “Ci ho pensato, perché non chiede asilo politico in Libano?”: io lo accenno a Chiara che mi chiede se è una cosa possibile. Poi Speziali mi propone un incontro a Roma per parlarne. La mia linea era di far tornare il marito e che Chiara non sfasciasse la famiglia, non con questo in giro per il mondo, anche perché era una donna sola e in difficoltà".
