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Rissa a La Zanzara, David Parenzo a Carlo Giovanardi: "Sciacallo" La replica: "Ti querelo"

di Gian Marco Crevatin domenica 9 novembre 2014

2' di lettura

Baraonda a La Zanzara: nel corso del talk show radiofonico condotto da Giuseppe Cruciani, il co conduttore David Parenzo accoglie velenosamente l'ospite di puntata, l'ex ministro Claudio Giovanardi che viene apostrofato da Parenzo, come "Uno sciacallo, uno di questi sciacalli che hanno usato il corpo di Cucchi per fare propaganda politica. Mi fanno schifo". Neanche il tempo per i saluti che parte la querela: "Con quel signore che ha parlato – ribatte Giovanardi – Ci vediamo in tribunale. Su questa frase lo querelo, chiaro? Non sopporto i calunniatori e chi mi insulta". La rissa - Cruciani prova a fare la voce grossa e per un attimo riprende le redini della trasmissione "Ti voglio segnalare, Parenzo, che il senatore è stato invitato dal sottoscritto. Tu non puoi iniziare un programma, in cui senti una persona e gli dai dello sciacallo, chiaro?" sbraita il conduttore, ma ormai la frittata è bella che fatta. "Tutto quello che Giovanardi ha detto sulla vicenda Cucchi, usandola politicamente... questo è il senso del mio intervento - spiega poi Parenzo, che conclude - in ogni caso accetto la querela e andiamo avanti". La replica di Giovanardi - "Io mi sono interessato al caso Cucchi in veste istituzionale, perché all'epoca dei fatti ero al governo con delega alle tossicodipendenze. E sono intervenuto istituzionalmente per esprimere un punto di vista suffragato poi da due sentenze." Poi afferma sulla sentenza l'ex ministro precisa: "Cucchi è morto perché non lo hanno curato e non gli hanno dato da bere e da mangiare quando faceva lo sciopero della fame. C'è sicuramente una responsabilità morale dei medici. Cucchi aveva una vita complessa di spaccio, di tossicodipendenza e di ricovero in comunità. Lui non era in grado di gestirsi e avevano l'obbligo di nutrirlo. Il povero Cucchi era stato ricoverato per 16 volte al Pronto Soccorso per lesioni da percosse e fratture a seguito di pestaggi." Cucchi e la tossicodipendenza - "La droga ha una responsabilità perché gli ha rovinato la vita. Cucchi è una vittima di una vita difficile, in cui più volte era stato coinvolto in pestaggi da parte di quel mondo che frequentava. Bisogna stare lontani dalla droga, lo dico ai ragazzi”. Nel finale Giovanardi ricara la dose: “Non sono d'accordo che a Roma gli intitoleranno una via, perché le vie si intestano a persone che sono state un esempio. Non mi sembra che Cucchi sia un esempio a cui intitolare una strada" conclude il senatore. Il caso Cucchi e l'assoluzione - La sentenza del processo d'appello per la morte di Stefano Cucchi, il ragazzo romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo nel reparto di medicina protetta dell'ospedale Sandro Pertini di Roma, aveva assolto tutti gli imputati: anche i medici che in primo grado furono condannati (quattro di loro a un anno e quattro mesi, e il primario a due anni di reclusione per omicidio colposo, mentre furono assolti gli altri sei imputati, infermieri e guardie penitenziarie).     

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