La polemica si sposta sui social network. Dove soprattutto gli esponenti della sinistra si scatenano per l'affaire Romeo. Papà Renzi e Luca Lotti risultano indagati. Ma non ci sono tracce di pagamenti ricevuti da parte dell' imprenditore napoletano. Altri invece, accusano i renziani ma anche tanti utenti comuni, i soldi li hanno presi. "A loro insaputa". Andrea Romano su Twitter cita Gaetano Quagliariello, che parlando con il Corriere ha spiegato di avere ricevuto una somma «per finanziare Belpietro e il suo giornale». Ma il direttore de La Verità, accusa Romano, soffre di «amnesia». «Non so, non ricordo, non c'ero». Entra in polemica anche un altro renziano, Stefano Esposito: «Fanno mozioni di sfiducia e poi scopri che Quagliarello coi soldi di Romeo ci finanziava il giornale di Belpietro». Il senatore dem si riferisce alla mozione presentata dalle opposizioni per chiedere la sfiducia individuale del ministro Luca Lotti. Mozione alla quale però Quagliariello non ha aderito. «La vicenda Consip rivela effettivamente uno scenario complesso e inquietante. Di Maio trovi poi modo di spiegare come mai nell'inchiesta spunta il nome di Mazzillo. Attendiamo risposte». Esposito si riferisce al presunto coinvolgimento dell' assessore al Bilancio del Comune di Roma nelle indagini. La carica dei renziani non si ferma: «Quagliariello fa mozione di sfiducia e poi scopri che prende soldi da Romeo per darli a Belpietro. Strano il mondo», commenta su Twitter Ernesto Carbone, deputato del Partito democratico, inserendosi nella scia degli altri compagni di cordata. Un altro renziano, Fabrizio Rondolino, coglie l'occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa. I suoi rapporti con Belpietro non sono mai stati idilliaci: «Al Pd, nonostante le prime pagine di tutti i giornali, neppure un centesimo; a La Verità, invece, un bel gruzzoletto», twitta. Altro che «quotidiano indipendente», scrive il giornalista Nicola Corda, «quello di Belpietro è un giornale di partito». «La Verità è finanziata da Romeo», twitta Marlon Brandy, «ma Belpietro ci tiene a far sapere che ciò accade a sua insaputa». Il caso nasce nei giorni scorsi. Quando viene fuori che Alfredo Romeo, attraverso la fondazione Magna Carta, finanzia la nascita del quotidiano di Belpietro. Circostanza che Quagliariello conferma: «Certo che ci siamo visti» con Romeo, «ma prima che esplodesse il caso giudiziario. Non con una cadenza quotidiana, e neppure settimanale», spiega al Corriere, «del resto parliamo di un importante imprenditore meridionale che si occupa della pulizia degli uffici dei Servizi segreti come del Senato, per non parlare degli altri appalti». Quagliariello, leader di Movimento Idea, ricostruisce i passaggi di denaro: «Romeo fece un finanziamento di 50 mila euro alla fondazione Magna Carta. Si trattava di finanziamenti destinati a un progetto editoriale che sono andati al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, La Verità». Tutto regolare, tutto legale. «È un contributo che compare nel nostro bilancio. Mi risulta che Romeo abbia finanziato parecchie altre fondazioni del resto o no?», conclude Quagliariello. «Carbone, Esposito e Romano non hanno vergogna ricorrendo alle solite menzogne», replica Carlo Giovanardi, senatore di Idea, «per una miserabile polemica su comportamenti limpidi pubblici e assolutamente legali del senatore Quagliariello». di Salvatore Dama