Per molti era l'uomo che avrebbe dovuto "salvare" Matteo Renzi, dare la svolta al Pd. E invece Tommaso Nannicini, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Matteo e fresco di nomina nella segreteria Pd, molla tutto, saluta l'Italia e se ne va per 4 mesi ad insegnare a Harvard. L'incarico nella prestigiosa università americana, di fatto, renderà impossibile un suo contributo costante e "massiccio" nella stesura di quel programma di riforme economiche su cui il segretario ed ex premier conta per risalire la china. Come spiega il Corriere della Sera, dal 17 agosto Nannicini terrà fino a dicembre a Harvard un corso sulla "teoria dei giochi applicata alla scienza politica". Di fatto, è proprio il periodo in cui Renzi e il premier Paolo Gentiloni dovranno lavorare a una finanziaria delicatissima, anche perché alla vigilia delle elezioni e dunque con un occhio ai conti e l'altro alle urne. "Non mi sto chiamando fuori, continuerò a dare una mano anche se con strumenti diversi", spiega laconicamente il professor Nannicini, che dopo la caduta di Renzi era tornato a insegnare alla Bocconi. Di lui resteranno i contributi all'Ape, all'estensione della quattordicesima ai pensionati a basso reddito e al Jobs Act. Una eredità che probabilmente non consentirà a Renzi di rilanciarsi né vivere di rendita.