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Milan, Leonardo Bonucci: "Perché ho sbagliato l'approccio con la mia nuova squadra"

di Benedetta Vitetta domenica 12 novembre 2017

2' di lettura

Il mea culpa di Leonardo Bonucci. Dopo la vittoria contro il Sassuolo e il ritorno in campo dopo lo stop forzato per la squalifica, il difensore del Milan si apre alle telecamere e, per la prima volta, ammette i suoi errori: "In queste due settimane ho potuto farmi un esame di coscienza interiore, mi ero creato troppe aspettative, ho fatto un passo indietro" ha detto nelle interviste post-partita. "Ora devo essere aiutato dalla squadra, in un gioco collettivo come il calcio è fondamentale fare gruppo e le prestazioni sono sotto l'occhio di tutti. Forse non giocare quella partita mi ha fatto riflettere, migliorare, sia a livello fisico che a livello di testa. Queste due giornate di squalifica hanno compattato ancora di più il gruppo, piano piano ci siamo conosciuti. Forse la mia presenza pesava. Dovevo spostarli io gli equilibri e per ora non ci sono riuscito".  Bonucci ammette anche i problemi che la squadra ha avuto in questo avvio di campionato: "In questo primo periodo" spiega, "ci è mancato l’amalgama di gruppo perché noi nuovi abbiamo fatto fatica. Dobbiamo ritrovarci con il gruppo ed è stato bello vedere tutti abbracciati, compresi i ragazzi della panchina. Adesso dobbiamo fare un salto di qualità a livello di personalità quando abbiamo palla al piede, mentre abbiamo iniziato a difendere meglio da squadra". Il difensore poi parla anche dei compagni partendo da Suso: "Per noi è fondamentale sia in fase offensiva che difensiva: è un talento straordinario e da compagno riesco a vedere quei piccoli dettagli che fanno la differenza per lui e per la squadra. Deve continuare così. Chi è più forte tra lui e Dybala? Credo Paulo perché ha potuto giocare più partite a livello europeo". Quanto all'intesa con Romagnoli e Zapata? "Iniziamo a conoscerci nei dettagli e sono proprio quelli che fanno la differenza. Dobbiamo proseguire la strada della compattezza e dell’unione del gruppo. In questo momento manchiamo un po' in personalità perché le pressioni che arrivano dall'esterno fanno un po' paura, ma abbiamo giovani di talento e sarebbe un peccato non sfruttarlo. Le critiche? Non avevo dimostrato di essere all'altezza delle prove che in passato avevo offerto con le maglie della Juve e della Nazionale. Era colpa mia e adesso non bastano due gare fatte bene. Devo continuare così anche per chi in società ha creduto in me".

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