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Sergio Marchionne, l'ultima ipotesi sulla morte: il ruolo decisivo dei viaggi in aereo

di Davide Locano domenica 29 luglio 2018

2' di lettura

Che cosa abbia ucciso Sergio Marchionne resta un mistero. "Difficile se non impossibile risalire alla malattia che ha stroncato la vita di Sergio Marchionne: troppo pochi gli elementi filtrati attraverso un rigoroso riserbo sanitario e familiare", scrive il dottor Massimo Finzi su Dagospia. Dunque, il medico passa in rassegna gli elementi noti: era un grande fumatore, effettuava molto spesso viaggi intercontinentali, si è appreso che era stato operato a una spalla, Franzo Grande Stevens ha lasciato intendere piuttosto chiaramente che potrebbe averlo colpito un tumore ai polmoni. "I grandi fumatori presentano un tipo particolare di tumore dell’apice del polmone denominato tumore di Pancoast", riprende Finzi, che sottolinea come "l'intervento chirurgico è difficile e spesso accompagnato da complicanze severe a causa della vicinanza di organi e strutture vitali". Ma il dottore, successivamente, si concentra su un altro fattore, "i viaggi aerei intercontinentali", che "non rappresentano solo un problema di sonno legato al jet lag ma comportano una serie di disturbi, di solito temporanei, che dipendono dal numero di fusi orari attraversati, dalla direzione est-ovest e soprattutto dalla frequenza con la quale i ritmi circadiani vengono alterati". Leggi anche: Marchionne, l'indiscrezione: i medici contrari all'operazione Finzi ricorda come il ritmo circadiano "viene fortemente influenzato dall'alternanza giorno notte: è coinvolto l’occhio con la sua retina e il sistema nervoso centrale". E questo orologio biologico regola anche il sistema ormonale: "La nostra salute passa anche per un allineamento tra il nostro orologio endogeno e quello esterno, le conseguenze di un disallineamento non si limitano soltanto ai disturbi del sonno: ad esempio nelle donne che effettuano lavori notturni il cancro al seno risulta più frequente rispetto alle lavoratrici diurne". Dito puntato, dunque, contro lo stress, che "se episodico rappresenta una reazione naturale di adattamento che ci permette di far fronte ad un imprevisto o ad un pericolo. Il problema riguarda l’eccesso di stress, cioè quando questa condizione viene mantenuta a lungo". Ovvero, la condizione in cui per ovvie ragioni viveva l'ex ad di Fca. "Ormai numerosi studi - riprende Finzi - hanno documentato il nesso tra eccesso di stress, malattie auto-immuni e cancro". E dunque, "lo stress continuo, attraverso una eccessiva attivazione ormonale, rende meno vigile il nostro sistema immunitario aprendo così la porta a infezioni, infiammazioni e tumori". Il dottor Finzi conclude: "Fumo, disallineamento prolungato tra orologio endogeno e ambiente esterno, stress continuo: tutti fattori che hanno svolto un ruolo sfavorevole nella patologia che ha ucciso Sergio Marchionne".

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