Quando domenica mattina suo marito è uscito di casa, Laura Ravetto forse non immaginava che a sera Dario Ginefra sarebbe tornato più "rosso" di prima. Il deputato del Pd, nonché consorte della combattiva collega di Forza Italia, è uno dei probabili scissionisti dem. Il dado ancora non è tratto, per ora in campo ci sono solo ipotesi su aderenti e nome del nuovo movimento (Nuova sinistra - Diritti e lavoro? Centrosinistra - Diritti e lavoro?). Dei leader in campo (Michele Emiliano, Enrico Rossi, Roberto Speranza e Pierluigi Bersani), non è nemmeno detto che ci siano tutti. Proprio il governatore pugliese, ispiratore di una pattuglia che tra Puglia, Basilicata e Calabria conta numerosi ribelli, potrebbe alla fine non essere della partita. Ma Ginefra, in questi giorni, è uno dei più attivi, perlomeno a parole. Sabato sera era al Teatro della Vittoria ad ascoltare gli anti-renziani: "Questa comunità vuole restare unita e chiede al segretario di praticare l'unità con una proposta inclusiva - commentava il signor Ravetto -. Non siamo per la rottamazione delle persone e del Pd ma per quella dei metodi e delle scelte sbagliate". Domenica i toni erano giù più acidi: "Il silenzio dopo la mano tesa da Emiliano, dopo i calorosi appelli rivolti da Franceschini, Orlando, Cuperlo e Damiano, tra gli altri, è apparso come diniego alla proposta avanzata dal Presidente della Regione", spiegava in un comunicato congiunto con Francesco Boccia, altro scissionista pugliese nonché pure lui di un'altra forzista d'eccezione, Nunzia De Girolamo. E la Ravetto che dice? Solidarietà al marito, ovviamente, con un tweet perfidissimo: "Ma il Renzi che oggi invoca unità nel Pd è lo stesso che ieri, da Sindaco, menava a colpi di clava il suo stesso partito?". Partito diviso, famiglia unitissima.