Carte di credito, incubo-dazi: ecco cosa può accadere

Dazi, il timore di maxi-commissione sui sistemi di pagamento: sono tutti americani. Ecco cosa può accadere
mercoledì 9 aprile 2025
Carte di credito, incubo-dazi: ecco cosa può accadere
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La Banca centrale europea di Christine Lagarde sarebbe in angoscia per i dazi annunciati dal presidente americano Donald Trump e non solo: la preoccupazione riguarderebbe anche le sue possibili mosse sui sistemi di pagamento e un piano che potrebbe rovesciare gli equilibri globali minacciando l’euro. 

Qualche giorno fa la Lagarde, che la prossima settimana si prepara a tagliare i tassi di un quarto di punto, ha ricordato che "le principali piattaforme di pagamento sono tutte controllate da aziende al di fuori dell’Europa. È fondamentale garantire che esista un’alternativa europea". Dunque, i pagamenti digitali avvengono soltanto attraverso carte di credito americane come Mastercard o Visa o sistemi di pagamento americani o cinesi come Paypal o Alipay. In ben tredici Paesi dell'Unione europea non esistono alternative a quei circuiti. E adesso che le tensioni economiche e commerciali con gli Usa si fanno sempre più intense, ci si chiede che cosa si possa fare per avere maggiori tutele.

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Se quelle aziende cominciassero a imporre maxi commissioni ai clienti europei, non potrebbero che esserci conseguenze negative per tutta l'Europa. E questo, proprio come i dazi, potrebbe essere usato come strumento di pressione. Per questo, secondo la presidente della Bce, è necessario che l'Unione lavori a un'alternativa vera ai circuiti extraeuropei: il cosiddetto euro digitale di cui si è già parlato in passato. 

Dell'altro dossier che sta creando panico tra i banchieri ha parlato Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce: "Le recenti misure prese dagli Usa per promuovere degli stablecoins sollevano timori per la stabilità finanziaria dell’Europa e per la sua autonomia strategica". Gli stablecoins, come spiega Repubblica, sono monete create da privati che possono essere ancorate al dollaro o ad altre monete per renderle stabili e che non hanno bisogno di intermediari bancari. Dunque, Trump da una parte vuole "espandere il dominio del dollaro" come ha detto lui stesso riferendosi agli stablecoins; e dall'altra sfrutterà gli stablecoins per "finanziare i tagli delle tasse e altre misure che ha in mente senza aggravare il disavanzo", come ha spiegato Paolo Guerrieri, economista di Science Po. 

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