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Putin e l'Ucraina, "niente in contrario": il colpo mortale all'Unione europea
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La Russia ha fatto sapere che non ha nulla in contrario che l’Ucraina entri a far parte dell’Unione Europea. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che è un suo «diritto sovrano», ma che tale prerogativa non si applica alle alleanze militari, cioè alla Nato.
«Stiamo parlando di processi di integrazione economica. Qui, ovviamente, nessuno può dettare nulla a un altro Paese, e noi non lo faremo», ha aggiunto, «ma la nostra posizione su questioni relative a sicurezza, difesa e alleanze militari è completamente diversa». La dichiarazione, per quanto possa sembrare uno sforzo di buona volontà da parte di Mosca, non è affatto una buona notizia per Kiev e soprattutto non lo è per l’Unione Europea, perché ne certifica l’inconsistenza.
A cosa può importare infatti alla Russia che Kiev entri in un’alleanza che conta sempre meno politicamente e militarmente, in crisi anche economicamente, costretta ad andare a rimorchio di Washington e nel caso, a seconda del presidente in carica, da Washington stessa essere accantonata, come puntualmente sta accadendo in queste ore?
Putin peraltro sa benissimo che sebbene nel giugno dello scorso anno Bruxelles abbia formalmente avviato i negoziati di adesione, il processo per Kiev potrebbe rivelarsi lungo e tutt’altro che scontato. Ci sono Paesi che aspettano in quell’anticamera da decenni, come la Turchia (1999), la Macedonia del Nord (2004), il Montenegro (2010), la Serbia (2012), ed è già stato escluso che l’Ucraina avrà un trattamento di favore. Molti Stati membri, anche quelli che la sostengono attivamente, come la Polonia, dicono che in Ucraina attualmente non ci sono neanche lontanamente condizioni politiche interne di garanzia democratica sufficienti, né tantomeno economiche.
Ma soprattutto a Kiev manca l’unico vero lasciapassare che ha permesso agli Stati dell’ex Patto di Varsavia di entrare nella Ue spediti e senza particolari intoppi, cioè proprio l’appartenenza alla Nato. Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania hanno tutti prima aderito alla Nato, su entusiastico invito degli Usa, e dopo qualche anno hanno concluso il percorso democratico entrando uno a uno nell’Unione Europea. L’Ucraina dovrebbe fare il cammino inverso, prima entrare nell’Unione Europea e poi casomai, se le condizioni geopolitiche lo permettessero, nell’Alleanza Atlantica. Campa cavallo.
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