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Macron, vertice farsa? Clamoroso: anche "La Stampa" dà ragione a Meloni
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Un soufflé sgonfiato alla velocità della luce: la profezia di Libero sulla "trovata" di Emmanuel Macron, il vertice ristretto europeo sulla guerra in Ucraina, si è avverata nel giro di poche ore. E il fallimento francese è stato talmente eclatante da "costringere" persino la Stampa, quotidiano della galassia Gedi da sempre molto lesto a sostenere posizioni euro-liriche e anti-Trump, a dare torto marcio al capo dell'Eliseo e, più o meno direttamente, dare pure ragione a Giorgia Meloni. En plein, insomma.
A muovere Macron, suggerisce un articolo firmato da Francesca Sforza, è stata la sua "verticale crisi di consenso". Risultato: ha convocato un vertice "nella capitale sbagliata, a cui hanno partecipato pochi Paesi piuttosto diversi tra loro (uno non è neanche più nell'Unione Europea), un cancelliere tedesco dimezzato - le sue dichiarazioni hanno validità per una settimana al massimo, che senso ha tenerne conto? - e i leader più forti in patria carichi di legittime perplessità sul format". Insomma, si legge, "niente appare più stonato e fuori contesto del vertice che si è appena concluso a Parigi.
Atlantismo, realismo, libertà e coraggio. Meloni e le quattro parole d'ordine davanti all'Europa
La Stampa ricorda poi come la stessa Meloni, nella sua critica radicale ai tempi e ai modi scelti da Macron, abbia sottolineato come invitati d'obbligo sarebbero dovuti esserei Paesi baltici, così come l'Ungheria, il paese Ue forse più vicino per motivi politici, culturali ed economici alle ragioni russe, e che se esclusa da qualsiasi trattativa rischia nelle prossime settimane di far saltare il banco alla Commissione di Ursula Von der Leyen. Un vertice insomma non solo poco democratico, ma pure poco scaltro.
In questo senso, sarebbe stato di gran lunga preferibile convocare un Consiglio straordinario a Bruxelles, invitando la Gran Bretagna come "ospite" a sancire l'eccezionalità del tutto. Invece si è preferito per ambizioni personali e incapacità di calcolo agire d'impulso, dando l'esatta immagine che Trump ha dell'Europa: una comunità divisa, senza orizzonti politici e strategici ben definiti, e con una totale mancanza di leadership perlomeno da chi, come Macron e Scholz, si è arrogato tale diritto nel passato più o meno recente.
Guerra in Ucraina, vertice di Parigi ai raggi X: cos'hanno deciso gli europei
L'errore madornale di Macron è testimoniato peraltro dalla decisione dello stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, subito dopo le parole di J.D. Vance a Monaco, di volare in Turchia da Erdogan, "che resta un interlocutore chiave nell'area (di nuovo, scioccamente snobbato dagli europei)", come chiosa giustamente anche l'articolo de La Stampa. Il futuro dell'Europa, ora, è nelle mani delle elezioni tedesche e "a un paio di mosse sulla governance affidate alla presidente della Commissione Von del Leyen". E, aggiunge più d'uno, alla capacità di Meloni di sostituire il velleitario Macron come cuore pulsante della diplomazia europea.
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