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Carola Rackete insulta Meloni e Italia: "Soldi ai signori della guerra. Come uno sputo in faccia"
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"Parliamo di vittime che sono state torturate, hanno subito abusi e stupri. E' come sputargli in faccia se non arresti il colpevole". Sul caso Almasri mancava solo la voce di Carola Rackete, europarlamentare tedesca eletta a Strasburgo con The Left, l'ultra-sinistra europea, ma sopratutto ex capitana dell'Ong Sea Watch che aveva ingaggiato una guerra contro Matteo Salvini e il governo italiano per far sbarcare qua gli immigrati (a costo di speronare le barche della Guardia costiera).
Il nuovo nemico è Giorgia Meloni. Intervistata da Ludovica Ciriello, inviata di David Parenzo per L'aria che tira su La7, la capitana pro-migranti sbotta: "Era un'occasione unica, hai quest'uomo qui, lo arresti, e poi lo lasci andare?", domanda riguardo alla scarcerazione e al rimpatrio del funzionario libico su cui grava un mandato di cattura internazionale spiccato dalla CPI.
"Perché l'Italia lo ha lasciato andare?", domanda la giornalista. "Il governo italiano in carica ha forti legami con i libici, perché impediscono agli immigrati di attraversare il Mediterraneo. Ci sono enormi interessi finanziari, i soldi italiani ed europei finiscono ai signori della guerra, ai trafficanti. L'interesse dell'Italia è evitare che queste torture vengano rese note, perché potrebbe compromettere l'accordo Italia-Libia". Accordo che, sempre bene ricordarlo, fu siglato ai tempi del governo Gentiloni, con Marco Minniti ministro dell'Interno. Circostanza che, ovviamente, sfugge alla Rackete.
Dopo aver dimenticato che la sua Germania ha visto transitare Almasri senza muovere un dito nei giorni precedenti all'arresto a Torino, la Rackete perde definitivamente il controllo: "Se stati progettando di trasformare il tuo Paese da una democrazia a una autocrazia, lo schema classico prevede l'attacco alle Corti, i media e le indagini indipendenti"
Guarda qui il video di Carola Rackete a L'aria che tira
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Giustizia privata, né buoni né cattivi
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