Crolla la retorica dei confini aperti
La mappa politica dell’Europa sta cambiando profondamente: per la prima volta nel Regno Unito il partito di Nigel Farage, Reform UK, è nettamente al primo posto nei sondaggi nazionali, il Labour del premier Keir Starmer è superato perfino dai Tories in crisi, secondo il Telegraph, nella sola Londra vivono 585 mila immigrati irregolari, 1 abitante su 12 della capitale inglese; in Germania, Alternative für Deutschland, il movimento guidato da Alice Weidel, a un mese dal voto (23 febbraio) è sopra il 20% e supera di 3 punti i Socialdemocratici, mentre il leader della Cdu, Friedrich Merz, la prossima settimana presenterà una riforma dell’immigrazione con controlli strettissimi ai confini; in Francia il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, ha inviato ai prefetti una nuova circolare - con effetto immediato - per tagliare la regolarizzazione dei “sans papier”, «che non è un diritto automatico, ma una misura eccezionale».
L’immigrazione senza controllo, la retorica dei confini aperti senza conseguenze, ha spostato l’asse politico europeo a destra e la vittoria di Donald Trump in America fa da acceleratore. I democratici negli Stati Uniti e la sinistra europea sono di fronte a un gigantesco fallimento culturale, parallelo a quello della Chiesa bergogliana che confondendo Cesare e Dio invita all’accoglienza dei migranti come soluzione per la crisi delle nascite. Siamo di fronte a una reazione veemente della borghesia e dei ceti popolari, gli Stati si muovono in ordine sparso, l’Unione europea sta vacillando, mentre una nuova rivoluzione americana è alle porte. L’eccezione si chiama Giorgia Meloni, l’unica leader sveglia tra i sonnambuli dell’Europa.