Ilaria Salis, al via l'iter per revocare l'immunità: rischia di tornare in carcere
Ieri, giovedì 23 gennaio, è partito l'iter per togliere - o mantenere - l'immunità a Ilaria Salis. La riunione al Parlamento europeo era a porte chiuse. L'eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra potrà esporre le sue ragioni a metà febbraio: il 13, il 17 o il 18. Intanto, la procedura avanzata dall'Ungheria è stata aperta. Come riporta il Tempo, il relatore a cui è affidato il compito di redarre il documento che verrà sottoposto all’Aula dell’europarlamento è Adrian Vázquez Lázara del Ppe.
Occorre ricordare che l'eventuale revoca dell'immunità per Ilaria Salis non comporterebbe in automatico la decadenza dalla carica. Ma solo la possibilità che i magistrati ungheresi possano riprendere il processo a suo carico. Ieri il relatore ha sottolineato che i fatti risalgono a prima dell’elezione. Di base non ci sarebbero estremi per difendere l’immunità, che può essere protetta solo in caso di procedimenti che concernono opinioni o voti espressi nell’esercizio delle funzioni o in caso di fumus persecutionis. Tuttavia, ai tempi dei fatti Ilaria Salis non era ancora un'eurodeputata. Tantomeno una politica o una candidata.
Intanto c'è da segnalare il voto contrario di Salis sulla risoluzione al Parlamento europeo che equipara i simboli del comunismo a quelli nazisti. Il Partito democratico, invece, ha preferito optare per l'astensione. Una decisione in totale contraddizione con quanto accaduto nel 2019, quando i dem votarono a favore dell'equiparazione proprio tra nazismo e comunismo.
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