Migranti, Ursula von der Leyen: "Lavoriamo sugli hub nei paesi terzi e la revisione dei paesi sicuri"
Colpo basso al Partito democratico e detrattori vari: Ursula von der Leyen dà ragione a Giorgia Meloni. Dopo aver criticato i centri in Albania, i dem dovranno ricredersi. La stessa presidente della Commissione europea ha detto chiaro e tondo che "come stabilito nelle conclusioni di ottobre, abbiamo approfondito la nostra analisi di modi innovativi per contrastare l'immigrazione illegale, dando seguito alle priorità segnalate dagli Stati membri". A tal fine "sono in corso discussioni con gli Stati membri, anche al Consiglio Giustizia e Affari Interni della scorsa settimana, sullo sviluppo del concetto di hub di rimpatrio nei paesi terzi. Stiamo valutando il modo migliore per introdurre nel quadro giuridico la possibilità di istituire questi hub".
Un messaggio, questo, che Von der Leyen fa arrivare nella consueta lettera inviata ai leader degli Stati membri per aggiornarli sulla migrazione in vista del prossimo Consiglio europeo di giovedì. "Dobbiamo esaminare gli aspetti legali, operativi e pratici, nonché le implicazioni finanziarie di tali hub, nel rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non respingimento". Ma non solo, perché "un quadro legislativo più rigoroso in materia di rimpatri sarà una delle prime proposte importanti del nuovo Collegio e una proposta di un nuovo approccio comune in materia di rimpatrio sarà presentata al Consiglio europeo di marzo." L'obiettivo? "Rendere il processo di rimpatrio più semplice, più rapido e più efficiente".
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Dopo l'aggiornamento da parte del governo italiano, anche l'Ue è pronta a rivedere la lista dei paesi sicuri. Anzi, ad anticipate la sua revisione. "Il Patto - prosegue la numero uno della Commissione - introduce già elementi innovativi, tra cui l'allineamento del concetto di Paese terzo sicuro nel regolamento sulla procedura di asilo con gli standard internazionali, introducendo al contempo una maggiore flessibilità per la sua applicazione rispetto all'attuale acquis". Ecco allora che "stiamo accelerando la revisione di questo concetto, avviando consultazioni con gli Stati membri, il Parlamento europeo, l'Unhcr e l'Oim e le Ong mirate, per valutare se siano necessarie modifiche al regolamento". E ancora: "Mentre il regolamento si applicherà da giugno 2026, stiamo esplorando come possiamo promuovere l'applicazione di questi concetti. Abbiamo già chiesto all'Agenzia dell'Ue per l'asilo di accelerare la sua analisi dei Paesi terzi specifici che potrebbero potenzialmente essere designati come paesi di origine sicuri e paesi terzi sicuri, al fine di redigere elenchi Ue".
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