L'Ue promuove i conti dell'Italia, bocciate Germania e Olanda
Giancarlo Giorgetti non fa un plissè. «Un giudizio atteso, frutto di una politica economica e di scelte improntate sulla serietà. Procederemo, come fatto finora, silenziosamente e sobriamente». Questo il commento asciutto e per nulla trionfalistico del ministro dell’Economia alla promozione a pieni voti da parte di Bruxelles della manovra italiana. L’esponente leghista si è e ci ha abituato a considerare gli esami europei come delle semplici formalità.
Ma per quanto la memoria degli italiani sia corta è difficile dimenticarsi della trepidazione con cui fino a poco tempo fa ogni anno si attendeva il severo giudizio della Ue sulle leggi di bilancio. Ramanzine, strigliate, compiti a casa. L’Italia usciva dalle verifiche sempre malconcia. In alcuni casi con tanti di quei rimbrotti da dover persino cambiare in corsa i saldi della manovra.
E stavolta, va detto, il giudizio positivo è ancora più sorprendente, tenuto conto che si tratta delle prima volta dopo quattro anni di tregua, di spese pazze e incontrollate che la Commissione Ue torna a fare le pulci ai conti degli stati membri, peraltro con le regole mai applicate prima d’ora del nuovo Patto di stabilità. Tanto per capirsi, lo scorso anno il Dpb dell'Italia, seppure nell’ambito di una consultazione non vincolante, era risultato «non pienamente in linea» con le raccomandazioni. Mentre ora a fronte della promozione assistiamo ad una clamorosa bocciatura proprio dei “frugali”, i Paesi solitamente più agguerriti sul controllo dei conti pubblici (...)
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