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Orban vuole revocarle l'immunità? Ilaria Salis accetta la sfida

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Gentile onorevole Salis, lei non ci ama: qui in redazione lo sappiamo bene, e ce ne siamo fatti una ragione. Quanto a suo papà, che parla e straparla in sua vece (deve trattarsi di un’eccezione rispetto a quello che a sinistra siete soliti definire “patriarcato”), da mesi riempie il nostro giornale di contumelie, con invettive che non riscuotono gran successo sui canali social, e anzi gli procurano una discreta quantità di pesci in faccia.

Ma ognuno si diverte come può e come crede: e non saremo noi liberali a contestare gli intermezzi masochisti di suo padre. Veniamo a cose più serie. Com’è noto, noi contestiamo a lei e ai suoi compagni la teoria (e forse anche la pratica: questo dovrà stabilirlo la giustizia) delle occupazioni illegali e abusive di immobili. E su questo terreno non c’è mediazione possibile tra chi difende la proprietà e chi invece intende occupare beni altrui, pubblici o privati che siano.

C’è però un’altra faccenda che la riguarda, ed è il processo al quale lei è (anzi, sarebbe il caso di dire: sarebbe) sottoposta in Ungheria. Ci mancherebbe: anche per lei deve valere il sacro principio della presunzione di innocenza, nonostante il suo curriculum penale non immacolato e la sua notoria vicinanza a gruppi di estrema sinistra dediti agli scontri in giro per l’Europa con estremisti della parte avversa. Lei è per questo oggetto di gravissime e pesanti accuse a Budapest, per le quali – lo ripetiamo ancora – va considerata innocente fino a sentenza definitiva (...)

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