La Ue paga i picnic in California: tutto a spese nostre
Di sprechi, quando si parla di Unione Europea, ne abbiamo visti a bizzeffe. Come si sul dire, “tanto paga Pantalone”. Quando si tratta di aumentare la burocrazia e creare nuove entità tanto inutili quanto costose, a Bruxelles sono cintura nera. Ma c’è sempre tempo per aggiornare un borsino che già fa rabbrividire. Questa volta però non basta volgere lo sguardo all’interno dei confini europei. No, questa volta bisogna volare direttamente oltre oceano fino allo stato dei surfisti e delle big tech: benvenuti in California e, più precisamente, a San Francisco. Ma cosa c’entra la città del Golden Gate Bridge con le istituzioni comunitarie? Apparentemente ben poco, se non che il primo settembre 2022 l’Unione ha deciso di aprire un suo ufficio nella città americana.
COOPERAZIONE DIGITALE
L’inaugurazione della sede, avvenuta due anni fa, è stato il frutto del vertice Ue-Usa andato in scena il 15 giugno 2021 che «ha segnato l'inizio di un rinnovato partenariato transatlantico e ha stabilito un'agenda comune per la cooperazione Ue-Usa nell'era post-pandemia». Stando al comunicato diffuso il giorno del taglio del nastro, la sede europea in terra statunitense sarebbe dovuta servire a incrementare «la cooperazione dell'Ue con gli Stati Uniti sulla diplomazia digitale e rafforzare la capacità dell'Ue di raggiungere i principali stakeholder pubblici e privati, tra cui i decisori politici, la comunità imprenditoriale e la società civile nel settore della tecnologia digitale».
Insomma, un vero e proprio quartier generale che si sarebbe dovuto occupare di promuovere gli standard, le tecnologie, le politiche, le normative digitali e i modelli di governance. Tanto importante e fondamentale che Thierry Breton, allora Commissario europeo per il mercato interno (e oggi disoccupato dopo che Ursula von der Leyen ha chiesto alla Francia di non riproporre il suo nome per la Commissione), definiva la sua apertura un passaggio cruciale perché l’Europa fosse in grado di «guidare la trasformazione digitale globale».
Bene, a due anni da quel crocevia “fondamentale”, possiamo tirare le somme dei mirabolanti successi della squadra guidata dal funzionario Gerard de Graaf e dalla sua vice da Giovanna Smolinska. Collegandosi all’indirizzo web dell’ufficio, la prima cosa che salta all’occhio è il collegamento per prendere visione degli eventi passati, tutti trasmessi in streaming (e da chi dovrebbe occuparsi di tecnologia ci mancherebbe altro). Certo, i risultati fanno rabbrividire. Sommando le visualizzazioni dei sette dibattiti organizzati si arriva a stento a un migliaio. Non benissimo.
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FESTA DI QUARTIERE
Ma, come si suol dire, si può sempre migliorare. Scorrendo il sito però la situazione non fa che peggiorare. Eh sì perché l’ultima iniziativa organizzata nella lussuosa sede di San Francisco è una festa in un parco pubblico. Come si legge nel report, «il Golden Gate Park si è trasformato in un centro culturale europeo con una varietà di attività, spettacoli e cibo delizioso». Prima di arrivare alle deprimenti immagini dell’iniziativa, sorge spontaneo chiedersi perché una sede dell’Unione Europea che sulla carta dovrebbe occuparsi di tecnologia e cooperazione digitale, si sia improvvisata organizzatrice di quella che potremmo definire alla stregua di una festa di quartiere (senza voler mancare di rispetto alle migliaia di iniziative studiate molto meglio del caso in questione).
Tornando però agli scatti realizzati lo scorso 21 settembre, salta subito all’occhio che delle fantomatici 2000 partecipanti di cui parla de Graaf sul suo profilo X non c’è traccia. Al contrario, l’iniziativa sembra aver attirato giusto alcune decine di persone. Negli stand, allestiti sotto alcuni gazebo, possiamo trovare un po’ di tutto: dagli “artisti tedeschi” che dipingono le facce dei bambini alla pista per giocare a bocce gentilmente offerta dal Belgio. Come ad ogni festa che si rispetti non poteva mancare il momento dei balli di gruppo, con le delegazioni irlandesi e polacche in prima linea. Fra un panino con la salamella tedesca, la porchetta toscana - e forse il più americano hot dog - c’è anche qualche piccola traccia di tecnologia: negli stand lituani e austriaci sono state allestite delle postazioni per la realtà virtuale tramite le quali era possibile approfondire la cultura dei due Stati. Chissà quanti dei circa 16 miliardi di euro (l’ultimo dato risale al 2022, ndr.) che l’Italia ha versato all’Ue sono finiti oltreoceano per finanziare quest’ufficio e le sue indispensabili attività...
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