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L'Europa continua a ignorare la crisi dell'auto

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Le regole della “comitatologia”, perché in Europa esistono pure quelle, consentiranno a Bruxelles di andare avanti sui dazi alle auto cinesi. Ma il voto di ieri ha dimostrato che il Vecchio continente ancora non ha capito che tipo di bufera si sta per abbattere sull’automotive. E la cosa bizzarra è che in testa al gruppo dei lenti di comprendonio ci sono proprio i tedeschi, che evidentemente sono più preoccupati di non poter più vendere le auto in Cina piuttosto che di dover chiudere gli stabilimenti della Volkswagen per non riuscire più a venderle nel proprio Paese.

Riavvolgiamo il nastro. Dopo l’avvio sperimentale della tassazione maggiorata per i veicoli importati dal Dragone serviva un voto degli Stati per mandare avanti la pratica. Ebbene, dieci, tra cui Italia e Francia, hanno votato a favore della proposta della Commissione, ma si sono schierati a favore anche Paesi tradizionalmente campioni del libero commercio, come Paesi Bassi, Danimarca e Irlanda; cinque Paesi, tra cui Germania e Ungheria, hanno votato contro. La maggioranza, 12, si è astenuta: tra questi, la Spagna. Insomma, come ha recentemente sottolineato Mario Draghi, di fronte ad una delle sfide che si preannunciano epocali per l’economia del Continente, l’Europa è andata in frantumi (...)

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