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Mario Draghi? La cura non è dare più potere e soldi a Bruxelles

Bandiera europea  

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Senza polemica gratuita e senza asprezze immotivate, e semmai con il rispetto che una personalità come Mario Draghi certamente merita, ci sono quattro questioni di fondo che non convincono affatto nel suo report. Primo: manca il popolo. Qui c’è un “demiurgo” che parla alle “élites”, senza che il processo da loro auspicato sembri prevedere un coinvolgimento democratico degli elettori.

E così inevitabilmente si dà l’idea di voler “commissariare” i governi e i parlamenti nazionali spostando il cuore delle decisioni verso istituzioni non oggetto dello scrutinio popolare diretto (altro che accountability), alimentando in quote non piccole di opinione pubblica la convinzione di una deriva a-democratica, in cui le vere decisioni sono destinate a esser prese sopra le teste dei cittadini e perfino sopra quelle dei loro rappresentanti.

Spiace dover ricordare nozioni elementari, come l’etimo della parola “democrazia”, ma non è mai una buona idea separare l’esercizio del “kratos” da quella che dovrebbe essere sempre la sua fonte, e cioè il “demos”. (...)

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