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Von der Leyen, "slitta l'incontro": non c'è l'accordo sulla Commissione Ue, bomba dopo le parole di Draghi

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A Bruxelles non hanno ancora "trovato la quadra" sulla prossima Commission Ue e la presidente Ursula Von der Leyen si è vista costretta a rinviare tutto. L'incontro tra l'esponente tedesca del Ppe, confermata alla guida dell'Ue per un secondo mandato dopo le elezioni europee di giugno, e i presidenti dei gruppi politici e la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, inizialmente in programma per mercoledì mattina alle 8, è slittato alla prossima settimana, quando l'Eurocamera si riunirà per la plenaria a Strasburgo. 

La lista dei commissari non sarebbe ancora pronta, in quanto mancano da definire alcuni portafogli. Lunedì la Slovenia ha proposto la sua nuova candidata, Marta Kos, una nomina che deve ancora essere approvata dalla Commissione preposta della Camera che si dovrebbe riunire venerdì. La Conferenza dei presidenti si svolgerà lo stesso domani, per preparare la plenaria della prossima settimana, ma lo slittamento indica come la composizione di una Commissione sostenuta da popolari, socialisti, liberali e verdi (di fatto, una conventio ad excludendum nei confronti di conservatori e destra, i vincitori morali alle ultime urne) sia una impresa politicamente assai difficile, e rischiosa.

Una impressione di impasse e un segnale ancora più inquietante, tanto più perché cade a poche ore dal pesantissimo messaggio di Mario Draghi a margine del suo report sul futuro dell'Unione europea. L'ex presidente della Bce ha dato letteralmente "la sveglia" all'Unione, non solo sul tema della "competitività" oggetto del suo rapporto. Le parole chiave, nonché le critiche più dure all'attuale sistema, hanno riguardato i temi di "concretezza" e "urgenza". 

L'Ue deve tornare a crescere, aumentando la produttività, perché, ha ricordato Draghi, "esiste per assicurare agli europei che beneficeranno di alcuni diritti fondamentali", cioè "prosperità, equità, pace e democrazia in un mondo sostenibile". Se l'Europa "non potrà più assicurarli ai suoi popoli, avrà perso la propria ragion d'essere". Quindi, non si tratta solo di "competitività", ma delle fondamenta del progetto europeo. E quando una giornalista chiede all'ex premier italiano se l'Europa, di questo passo, "può morire", il sorriso di Draghi è tanto ironico quanto raggelante: "Non direi 'morire', parlerei di 'una lenta agonia'".

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