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Giorgia Meloni, perché il "no" a Ursula von der Leyen è salutare

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Il copione è prevedibile, oggi i giornali della sinistra faranno i titoli sul no di Meloni a Von der Leyen e diranno che «l’Italia è isolata». In realtà siamo solo all’inizio di una partita dove il bis di Ursula è cominciato malissimo: con 50 voti in meno rispetto alla sua maggioranza, un esercito di franchi tiratori e l’imbarcadèro ursulista affollato dalla rumorosa presenza dei Verdi, una piaga biblica, come racconta Daniele Capezzone. Il bis di Roberta Metsola alla presidenza del Parlamento europeo e Von der Leyen alla guida della Commissione per Libero era motivo più che sufficiente per non votare a favore, quando una legislatura parte con la stessa compagnia che non ha brillato sulla scena, c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella scelta, nel metodo e nel merito. Il sottosopra elettorale in Francia e Germania, il consenso netto (e unico in Europa) per la maggioranza guidata da Giorgia Meloni in Italia, erano una buona occasione per correggere la rotta, invece i Popolari e i Socialisti - con l’apporto creativo dei Liberali di Macron - si sono arroccati. (...)

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