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L'America corre e l'Europa la rincorre (ma appare una sprovveduta sonnambula)

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L’orologio di Bruxelles è fermo, quello di Washington corre. Il calendario dell’Europa è un déjà-vu, quello degli Stati Uniti spalanca i cancelli del domani. Ieri il parlamento europeo ha confermato Roberta Metsola alla presidenza, domani Ursula von der Leyen sarà (salvo sorprese) di nuovo alla guida della Commissione Ue. È l’eterno ritorno dell’uguale. I voti contano come numero periodico, la politica non pesa, la storia trasformatrice è ingabbiata dalla procedura.

Gli ingenui pensano che anche l’America si prepara a fare altrettanto, sta per tornare Donald, dicono, dunque il salto indietro è al 2016. No, nel Grande Paese c’è sempre “un nuovo inizio”, l’attentato a Trump è un evento trasformatore, un sasso che disegna cerchi concentrici che vanno dal Lago Superiore fino a New Orleans, dove il delta si schiude nel Golfo del Messico. Niente sarà come prima (...)

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