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Viktor Orban, i 4 giorni in cui ha sconvolto l'Europa: "Fin dove vuole arrivare"
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Il nuovo padrone d'Europa. Viktor Orban non è "solo" il premier ungherese, presidente di turno dell'Unione europea. Dalla Stampa apprendiamo che il leader sovranista ha in quattro giorni sconvolto l'Europa. Prima incontrando il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, quindi volando a Mosca e stringendo la mano a Vladimir Putin.
Infine, ed è forse questa la mossa politicamente più concreta e influente, l'aver fondato un nuovo gruppo all'Europarlamento, i Patrioti per l'Europa, uscendo dai Conservatori e Riformisti europei (ECR, il raggruppamento guidato da Giorgia Meloni) e attirando a sé forze di destra in grande ascesa come la spagnola Vox o gli olandesi di Libertà, guidati da Geert Wilders. Soprattutto l'addio di Vox, suggerisce il quotidiano torinese del Gruppo Gedi, ha colto di sorpresa la premier italiana e leader di Fratelli d'Italia, perché solo poche ore prima Santiago Abascal aveva partecipato alla riunione costitutiva del gruppo dei Conservatori, senza dare adito a sospetti di rotture o fughe.
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La mossa del cavallo di Orban è destinata ad avere ripercussioni sugli equilibri all'Europarlamento: al netto di future possibili fuoriuscite, Ecr è sceso a 78 deputati e rischia di scivolare al quarto posto come contingente a Strasburgo, scavalcato dai liberali di Renew Europe di Macron. L'obiettivo del premier ungherese è poter fare la voce grossa a livello di nomine e incarichi. Lunedì il quadro sarà più chiaro, ma è evidente fin da oggi che Orban conta di inglobare la cosiddetta "destra-destra" di Identità e democrazia e aggiungere la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen al suo contingente.
L'attuale lista degli affiliati (che comprende oltre a Fidesz, Libertà e Vox anche i cechi di Ano, gli austriaci di Fpo e i portoghesi di Chega), insomma, potrebbe essere assolutamente provvisoria. Facendo il pieno di partiti, Orban arriverebbe addirittura a 79 seggi, diventando così il terzo gruppo. Siamo nel campo della pura strategia parlamentare, dell'attivismo e del protagonismo anche personale.
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Ma a sinistra vedono le manovre di Orban come una inquietante premonizione, l'antipasto di qualcosa di ben peggiore. A partire dallo scatto in avanti sulle trattative per la pace in Ucraina, tra Kiev e Cremlino. Il leader sovranista, ex Ppe, avrebbe anche un piano ben preciso: "Sdoganare lo Zar in attesa di Trump", titola Repubblica, una "partita globale" in cui Budapest conta di giocare "un ruolo centrale" in una Europa "stretta tra i due vecchi sodali", Donald e Vladimir. Non sarà però che tra i progressisti il vero terrore sia legato ad altro, e cioè all'ambizione di riunire tutta la destra e renderla un soggetto unitario e influente a livello europeo?
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