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Nomine Ue, Tajani avverte la sinistra: "Meloni difende l'Italia. la partita non è finita"

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La sinistra italiana festeggia il "flop di Giorgia Meloni in Europa", così come è stato venduto anche sui quotidiani "d'area", ma a riportarli a terra è Antonio Tajani. Il vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, tra i leader del Ppe, spiega in una intervista al Messaggero come l'accordo raggiunto giovedì sera a Bruxelles al Consiglio Ue tra popolari, socialisti e liberali sui cosiddetti top jobs non precluda sviluppi futuri. E soprattutto, sottolinea, la premier "ha difeso e sta difendendo il ruolo dell'Italia". A differenza, forse, delle opposizioni che in euro-missione puntano soprattutto a remare contro il governo.

"Chi oggi parla di isolamento italiano, che oltretutto è impossibile per tante ragioni storiche, politiche ed economiche - prosegue Tajani - è stato in passato troppo remissivo rispetto all'Europa e il nostro Paese non ci ha guadagnato". Il riferimento, ovviamente, è proprio al Pd che negli ultimi 10 anni ha dato le carte italiane in Europa. Un Europa che "si costruisce assieme, anche attraverso confronti duri. È quello che sta accadendo".

Matteo Salvini a proposito delle nomine (bis di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue - con astensione di Meloni -, il socialista Costa al Consiglio Ue e la liberale Kallas Alto Rappresentante Ue, con due 'no' della premier italiana) ha parlato esplicitamente di "puzza di colpo di Stato". "Questi sono giudizi politici, che assolutamente non influiscono sul peso dell'Italia a livello europeo. Io uso un altro linguaggio", glissa Tajani. 

Il leader azzurro, in un'altra intervista al Foglio, precisa: "Il presidente del Consiglio ha preso atto che all'interno della sua maggioranza di governo c'è un partito favorevole a Von der Leyen, Forza Italia, e uno contrario, molto contrario, ovvero la Lega. L'astensione nasce da qui - dice - Ma attenzione a pensare che la partita sia finita. Siamo ancora al primo tempo. E c'è un altro tempo per raggiungere il risultato". Questo significa "avere una vicepresidenza di peso. Significa avere un commissario di peso. E significa non accontentarsi di un contentino. L'obiettivo potrebbe essere Industria e Mercato interno, con tutto il settore legato allo Spazio".

Qualcuno ha parlato di "franchi tiratori" che potrebbero affossare la candidatura di Ursula il prossimo 18 luglio, giorno della votazione che dovrebbe dare il via libera alle nomine. "Personalmente, mi auguro che il partito guidato dal presidente del Consiglio, quando Von der Leyen sarà in Parlamento per raccogliere i voti necessari per essere confermata come presidente, sia pronto a votare come Forza Italia: a favore di Ursula - aggiunge - Così come mi auguro che anche nel Ppe sia chiaro che il metodo usato finora nei confronti dell'Italia non è accettabile". Perché la Meloni "non è solo il capo di Ecr (il gruppo dei conservatori europei), ma è anche il leader di governo della seconda potenza industriale d'Europa". Per questo, conclude Tajani, "averla esclusa dai dialoghi preliminari è stato un grave errore".
 

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