Consiglio Ue, rumors sulle nomine: "Per consenso, senza votazione"
Le nomine del pacchetto dei cosiddetti top jobs potrebbero avvenire per consenso. "Ci sarà una discussione, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ascolterà i Ventisette e deciderà se sarà necessaria una votazione, non bisogna dare per scontato che ci sarà una votazione. Non si tratta di imporre nulla", riferisce una fonte qualificata Ue. Sono ore dure e decisive, insomma, anche per il peso che avrà l'Italia nella prossima Commissione Ue.
C'è l'ombra di una conferma della maggioranza Ursula, con popolari, socialisti e liberali di Renew (questi ultimi due, usciti male dalle ultime elezioni) a dare ancora una volta le carte. E per questo Matteo Salvini, ospite giovedì sera di Paolo Del Debbio a Dritto e rovescio su Rete 4, ha parlato di "puzza di Colpo di Stato" contro milioni di elettori europei che nell'urna hanno scelto i vari schieramenti di destra per dare un segnale di cambiamento all'Unione.
I rumors provenienti dal Ppe, dopo l'accordo di base con socialisti e liberali, assicurano però che nessuno ha voluto escludere l'Italia e la premier Giorgia Meloni dalla partita delle nomine. Prima del calcio di inizio del Consiglio europeo è tutto una rincorsa a scusarsi e sottolineare che l'Italia è una grande paese, del cui peso va tenuto conto. "C'è stato un malinteso. L'unica intenzione e l'unica ragione per cui abbiamo preparato questa posizione comune è per facilitare questo processo. Davvero non c'è l'Europa senza l'Italia, né una decisione senza la premier Meloni", ha detto il premier polacco, Donald Tusk, negoziatore Ppe per le nomine. Anche il greco Kyriakos Mitsotakis rimarca il suo rispetto "per Giorgia Meloni e per l'Italia, che è un Paese molto importante nell'Unione europea".Da parte socialista, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ricorda che il pacchetto di nomine è solo una proposta, "una posizione da discutere con gli altri 27".
Per il liberale olandese Mark Rutte, futuro leader della Nato, Meloni "non è stata esclusa. Il fatto è semplicemente che l'Ecr, di cui fa parte il partito di Meloni, non è coinvolto in questi colloqui perché la cooperazione non è accettabile per gli altri partiti", ma è necessario "garantire che l'Italia si senta adeguatamente rappresentata nella Commissione europea". In altre parole, la posizione è semplice: concedere sì caselle di peso all'Italia (un nome che circola è quello di Raffaele Fitto, attualmente ministro per gli Affari Ue ed esponente di Fratelli d'Italia), rimodulare in qualche modo le politiche tarandole in senso più conservatore ma senza stravolgere il quadro generale del governo comunitario. La partita delle altre nomine e delle alleanze in Parlamento europeo è strettamente legata ai top jobs. Il ministro Antonio Tajani al vertice del Ppe ha detto ai leader del Ppe di "fare 'attenzione ad escludere I conservatori da qualsiasi forma di dialogo perché significa far sì che poi i conservatori vadano a parlare con Le Pen".Il vicepremier, che è anche vicepresidente del Partito popolare europeo, ha criticato il metodo e definito un "errore" non aver coinvolto i paesi prima di sedersi al tavolo.
Per il premier belga uscente, Alexander De Croo, "è così che funziona la democrazia" perché "nel Parlamento europeo ci sono tre gruppi che sono disposti a lavorare insieme". L'accordo sui tre nomi - la popolare Ursula Von der Leyen per lil bis alla presidenza della Commissione europea, il socialista Antonio Costa, portoghese, per il Consiglio europeo e la liberale Kaja Kallas, estone, per il posto di Alta rappresentante per la politica estera - è scontato. Bisogna capire come avverrà il voto e come voterà la premier Meloni. Se si asterrà, se ci sarà un voto separato per ognuna delle tre cariche, o se non ci sarà una votazione del tutto.