Samson, il verde della "svolta green" Ue ora lavora per il colosso del gas
L’ex braccio destro di Frans Timmermans - papà del deleterio “Green Deal europeo” bocciato alle ultime elezioni - si chiama Diederik Samson. Attivista di Greenpeace e leader del partito laburista dal 2012 al 2016, è stato capo di gabinetto di Timmermans nell’ultima legislatura, fino a quando l’esponente dei Verdi ha deciso di candidarsi alle elezioni politiche olandesi.
Un ambientalista tutto di un pezzo, ligio al vangelo del riscaldamento climatico causato ovviamente dall’uomo e a tutti i dogmi della transizione energetica. Ebbene ieri Samson, il verdissimo Samson che lotta per abolire gradualmente i combustibili fossili, è stato nominato presidente del consiglio di sorveglianza della compagnia di gas statale Gasunie.
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Una nomina che ieri ha scatenato l’ilarità dei social network, che hanno irriso la giravolta del custode olandese del Green Deal. «Siamo estremamente lieti che Diederik Samsom entri a far parte del nostro consiglio di vigilanza» ha affermato dal canto suo Tim van der Hagen, vicepresidente del consiglio. «La vasta conoscenza del settore energetico nazionale e internazionale di Samsom, così come il tempo trascorso nel parlamento olandese e nella Commissione europea, gli hanno consentito di dare un contributo significativo alla realizzazione delle ambizioni strategiche di Gasunie», ha aggiunto van der Hagen.
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Samson ha commentato così la sua nomina: Gasunie contribuisce alla sicurezza energetica e al raggiungimento degli obiettivi climatici nei Paesi Bassi e in Germania, cosa che mi ha motivato a entrare nel consiglio». Insomma, il gas è diventato ecologico e contribuirà a realizzare gli «obiettivi climatici». I Verdi, peraltro, da giorni stanno facendo pressioni sul Ppe affinché allarghi il perimetro della nuova maggioranza al Parlamento europeo ai Verdi, usciti sconfitti dalle urne. Ieri Terry Reintke, copresidente del gruppo dei Verdi, ha rilasciato un’intervista al Corriere nella quale ha ribadito l’intenzione di entrare nella maggioranza di un possibile bis di Ursula Von der Leyen. «Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità in una coalizione di maggioranza con le forze democratiche. Siamo per il proseguimento del Green Deal, senza passi indietro, per la democrazia e per lo Stato di diritto. Una cosa è chiara: i Verdi non faranno parte di una maggioranza con l’estrema destra. In tutta l’Ue, e non solo, è chiaro che allearsi con l’estrema destra porta a un arretramento dei diritti umani e dell’azione per il clima e indebolisce le istituzioni stabili e democratiche».
La Reintke ha poi usato le solite ricette trite e ritrite dell’ideologia politicamente corretta sul Verde: «Le recenti alluvioni nel Nord Italia e in Germania o la siccità in Spagna e Grecia dimostrano che il cambiamento climatico è già in atto: dobbiamo accelerare i nostri sforzi per sostenere i cittadini vulnerabili che ne subiscono le conseguenze, ad esempio i piccoli agricoltori. Negli ultimi mesi, il Ppe si è presentato come “partito del clima”, e noi siamo pronti a portare avanti il Green Deal con loro. Durante l’ultima legislatura, i Verdi hanno votato spesso con la maggioranza, mentre l’Ecr non ha votato. Noi portiamo stabilità e affidabilità, l’Ecr non è un partner affidabile e offre solo instabilità».