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Emmanuel Macron cola a picco: i Conservatori hanno più seggi

Pietro De Leo
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Si va componendo la geografia dei gruppi all’Europarlamento. Con un cambio di “graduatoria”. Ieri, infatti, la compagine Ecr, che a livello di famiglia politica è guidata dalla Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, ha conquistato la posizione di terzo gruppo nell’emiciclo comunitario, superando di tre unità i macroniani di Renew. Hanno aderito infatti ai Conservatori 11 eletti, tra cui la francese Marion Marechal (nipote di Marine Le Pen) che ha lasciato il lido di Eric Zemmour.

Giorgia Meloni, parlando al 50esimo anno de il Giornale, commentando la crescita del gruppo Ecr, ha osservato: «Il mio ruolo è organizzare il fronte alternativo alla sinistra, dialogando con tutti e aggregando». Quanto all’esito delle elezioni, ha ragionato la premier, «hanno chiaramente spostato il baricentro dell’Europa verso destra e io penso che al di là di quello che accadrà adesso si possa disegnare un cambio di passo nell’attuale parlamento».

 

 

 

Meloni ha approfondito anche la prima fase delle trattative per arrivare alle indicazioni su Commissione e Consiglio europeo. «Quello che ho trovato surreale, e l’ho già detto in Consiglio europeo - ha affermato - è che quando ci siamo incontrati nel primo Consiglio europeo anche se informale successivo alle elezioni, alcuni siano arrivati con delle proposte di nomi per gli incarichi apicali senza neanche fare la parte, come si dice a Roma, di fare prima una riflessione su quale fosse l’indicazione che arrivava dai cittadini e su quale dovesse essere il cambio di passo sulle priorità». E ha aggiunto: «L’ho detto in quella sede e lo dico anche qui: per me non è democrazia, così si allontanano i cittadini».

Tornando alle dinamiche dell’emiciclo, masticano amaro i macroniani, scivolati in quarta posizione (e non è solo un dato di colore, ma una questione di peso politico). Alcune fonti vicine alla formazione del presidente francese hanno ragionato con LaPresse che l’assetto non è definitivo, dato che «anche Renew Europe ha negoziati in corso con altre forze. La corsa è partita, non finisce oggi, siamo bene allenati e vedremo chi arriva meglio alla fine. Da veri liberal-democratici a noi la competizione piace moltissimo». Dunque, stando ai centristi francesi il match sarebbe ancora aperto. In casa dei conservatori, invece, ieri si è tenuta la prima riunione proprio della compagine di Fratelli d’Italia, che ha confermato Carlo Fidanza come capodelegazione.

Novità, poi, anche in casa del Partito Popolare Europeo. Il gruppo ieri, senza nessuna sorpresa, ha votato per mantenere Roberta Metsola per un nuovo giro alla Presidenza dell’Europarlamento. Sul punto, più volte il segretario di Forza Italia ha auspicato un accordo che porti non a una staffetta, ma alla permanenza in quel ruolo della politica maltese per l’intero quinquennio. Poi si sono determinati gli assetti interni del gruppo popolare, alla cui guida rimane il tedesco Manfred Weber.

 

 

 

Per le vicepresidenze, invece, si è innescato un tira e molla tra Forza Italia e la Cdu tedesca che Libero ha avuto modo di ricostruire. Gli azzurri, su iniziativa del capodelegazione Fulvio Martusciello, rivendicavano una delle dieci caselle, effettivamente conquistata poi con il lombardo Massimiliano Salini. I tedeschi, però, con l’omologo Daniel Caspary spingevano affinché ci fosse un greco.

Una manovra taglia-fuori a svantaggio dell’Italia. Rischiando però un effetto domino. Sì, perché Martusciello a quel punto, ventilando un passo indietro sulla vicepresidenza del gruppo, ha spostato le rivendicazioni italiane sulla presidenza della commissione esteri, che in base all’accordo che si andava componendo sarebbe spettata proprio a un esponente dei cristiano democratici, David McAllister. Attaccare quella posizione considerata prioritaria dai tedeschi li ha costretti alla ritirata, e convergere così sulla vicepresidenza a Salini. 

 

 

 

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