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Ue, trattative al Parlamento: crepe nel muro anti-destra

Ursula Von der Leyen

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Stanno saltando le 'linee rosse' che erano state disegnate dal Ppe, la prima famiglia del parlamento europeo (186 seggi su 720), per tenere una parte della destra fuori dalla coalizione che deciderà la linea della Ue. Le altre famiglie su cui poggiava la vecchia 'maggioranza Ursula', i Socialisti (nei quali il Pd ha la delegazione più grande) e i liberal di Renew Europe, hanno ribadito ieri le loro condizioni: nessun accordo con i conservatori di Giorgia Meloni (Ecr) e con i sovranisti di Identità e democrazia (Id), tra i quali ci sono Matteo Salvini e Marine Le Pen. Ma è una pretesa rivelatasi insostenibile già prima del voto europeo, quando in Olanda il partito liberale Vvd, che appartiene a Renew Europe, ha stretto un accordo di coalizione con il Pvv di Geert Wilders, alleato in Europa di Le Pen e Salvini. Il Ppe, che raggruppa partiti di area centrista e conservatrice e candida Ursula von der Leyen alla presidenza della commissione, aveva disegnato un proprio schema, che includeva Meloni e Fdi e lasciava fuori Le Pen e tutti i sovranisti.

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