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Le Pen e Meloni stravolgono gli equilibri: la proiezione dei seggi all'Europarlamento

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Ci proverà fino all'ultimo, Ursula Von der Leyen, a restare sullo scranno da presidente della Commissione Europea. Dopo le elezioni europee, a urne appena chiuse, il Ppe festeggia e nelle varie cancellerie in tanti cercando di far finta di nulla sperando nel mantenimento dello status quo, della cosiddetta "maggioranza ursula". Sono le parole della stessa leader popolare tedesca: "Ripartire dall'alleanza con i socialisti e con i liberali". I numeri, sulla carta, ci sono. Ma è cambiata, clamorosamente, l'aria. 

Se il volto popolare ha ancora un senso, anche nelle "lontanissime" Strasburgo e Bruxelles, è impossibile negare l'exploit delle destre, dal Portogallo alla Spagna, dal Belgio all'Olanda, dalla Germania all'Austria fino in Italia. Un voto che è soprattutto richiesta di rinnovamento, di nuovi equilibri. A tratti rivoluzionario, se non che i grandi vincitori morali delle urne, Marine Le Pen a Parigi e Giorgia Meloni a Roma, sono disposti a governare insieme al Ppe. Con i conservatori di ECR e con la destra di Identità e democrazia, che fatta eccezione per Alternative fur Deutschland (travolgente seconda in Germania, ma estromessa dal gruppo di cui fa parte anche la Lega), è ormai gruppo "di governo" ovunque. Eppure, la paura di "finire in pasto" a una destra considerata ancora "estrema" (spesso, a torto) potrebbe spingere Ursula, Weber e il Ppe ancora tra le braccia dei socialisti (con Sanchez in crisi, Olaf Scholz devastato, la sola Schlein soddisfatta) e dei liberali usciti con le ossa rotte. Emmanuel Macron, doppiato dal Rassemblement national, ha sciolto le camere in Francia e indetto elezioni politiche tra meno di un un mese, in Belgio il premier De Croo (in lacrime) si è dimesso. 

 

 

 

Ma eccoli, i  numeri. Al netto di qualche conferma a scrutinio concluso, il Partito popolare europeo riceverà 189 seggi su 720, migliorando così la sua posizione rispetto all'attuale composizione del Parlamento europeo, secondo la presidente uscente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che ha presentato i risultati preliminari delle elezioni europee in una conferenza stampa a Bruxelles. Al secondo posto i socialisti con 135 mandati, al terzo i liberali con 80 mandati, al quarto posto la destra moderata (Fratelli d'Italia) con 72 mandati, al quinto posto la destra del gruppo Identità e Democrazia con 58 mandati, i Verdi riceveranno 52 mandati, altri 98 deputati non fanno parte delle fazioni esistenti. 

 

 

 

La cosiddetta maggioranza Ursula uscente (Ppe, S&D e liberali) si ferma a 403 seggi. Tra i singoli partiti nazionali, guida la Cdu-Csu tedesca davanti al Rassemblement national della Le Pen e a Fratelli d'Italia della Meloni. Ignorare questi equilibri forse si potrà, ma sarà molto difficile. E molto rischioso, perché esporrà l'Europa a una instabilità politica mai vista.

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