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Giorgia Meloni, missione-Europa: carica i Conservatori e stronca le politiche di Bruxelles

Fabio Rubini
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Giorgia Meloni sceglie la platea amica di Vox per sciogliere i dubbi sulle future scelte europee di Fratelli d’Italia. Mai alleanze coi socialisti, ma la volontà di creare un assedi centrodestra che possa andare dal Partito popolare europeo a Identità e Democrazia e che abbia come perno centrale proprio i conservatori di Ecr. Con buona pace di chi (leggi Ursula von der Leyen, ma anche altri leader moderati) continua a fare l’occhiolino ai socialisti per provare a riproporre la grande ammucchiata che ha governato fin qui l’Ue, con esiti che sono sotto gli occhi di tutti.

Per questo Meloni non usa giri di parole. E in video-collegamento dall’Italia, spiega: «Quelle dell’8 e il 9 giugno saranno elezioni decisive: un cambio in Europa è possibile se i conservatori europei saranno uniti. Siamo il motore del rinascimento del nostro continente. Per la prima volta - prosegue il premier - l’esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti».

Poi rivolgendosi direttamente all’amico - e leader di Vox Santiago Abascal, ricorda come «abbiamo iniziato il nostro percorso comune al Parlamento europeo nel 2019. E da allora, i nostri cammini politici sono sempre stati molto simili.

Fin dal primo momento- punzecchia Giorgia - hanno cercato di disprezzarci; hanno cercato di isolarci; hanno cercato di dividerci. E così hanno finito per rafforzarci». E ancora: «Dicevano che non saremmo stati all’altezza. Che volevamo distruggere l’Europa. Dicevano che non saremmo mai diventati abbastanza credibili per contare, per essere decisivi. E mentre loro si godevano le loro certezze, noi abbiamo lavorato e guadagnato terreno, credibilità, spazio. Ed eccoci qui».

Cioè ad un punto della storia nel quale «Fratelli d’Italia è il primo partito italiano e io ho l’onore di servire la mia nazione come capo del governo. E anche se alcuni non si sono ancora rassegnati e altri si chiedono come sia potuto succedere, io sono il primo presidente del Consiglio della destra nella storia della Repubblica italiana.

Nel frattempo - prosegue nell’analisi la Meloni - Vox è diventato il terzo partito più grande in Spagna. Un partito solido e ben radicato sul territorio». Insomma, sembra suggerire Meloni alla platea, il ribaltone europeo si può fare.

Subito dopo partono le bordate all’Unione europea così come è stata intesa dall’asse popolari-socialisti: «La legislatura 2019-2024 è stata contrassegnata da priorità e strategie sbagliate. Mentre altre forze politiche hanno sostenuto accordi innaturali con le sinistre, producendo l’imposizione dell’agenda verde e progressista, noi ci siamo sempre battuti per una Ue diversa». Per questo «vogliamo e possiamo costruire un’Unione europea diversa e migliore di quella attuale». Ma come è potuto succede tutto questo, si chiede Meloni? È accaduto perché «l’Europa è un continente stanco, sottomesso e anche un po’ viziato, che pensava di poter scambiare identità con ideologia; libertà con comodità; e oggi paga inevitabilmente il prezzo delle sue scelte. Ma non tutto è perduto - avverte Giorgia -. Il nostro continente vive una fase di grande incertezza, di declino e ha bisogno di noi. La sinistra europea, causa principale di questo declino, ci accusa di voler distruggere l’Europa. Ma è una bugia, usata per nascondere alla gente che sono stati loro, con le loro ricette folli, la loro mancanza di visione, i principali artefici dei fallimenti di questa Unione europea».

Il premier italiano tira una stoccata alla Ue anche sulle politiche gender, tornante d’attualità in questi giorni: «Ci opporremo a chi vuole mettere in discussione la famiglia, quale pilastro della nostra società, a chi vuole introdurre la teoria gender nelle scuole, a chi intende favorire pratiche disumane come la maternità surrogata. Nessuno - prosegue Meloni - mi convincerà mai che si possa definire progresso consentire agli uomini ricchi di comprare il corpo di donne povere, o scegliere i figli come fossero prodotti del supermercato. Questo non è progresso, è oscurantismo». Per questo «al parlamento italiano è in discussione, su proposta di Fdi, una legge che vuole fare dell’utero in affitto un reato universale, cioè perseguibile in Italia anche se commesso all’estero». Infine, rivolgendosi alla platea di Madrid, arringai presenti: «Quando la storia chiama, le persone come noi non si tirano indietro. Non lo abbiamo fatto finora e non lo faremo adesso».

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